Torre del Greco. «Decadenza, dimissioni o rinuncia alla corsa a Roma? Al momento, l’unica certezza resta l’addio a palazzo Baronale prima della scadenza naturale del mandato». Sfoglia la margherita Ciro Borriello, sprofondato sul divano della sua stanza al primo piano del Comune in attesa del via all’ennesimo tour de force tra incontri con i consiglieri comunali della sua sgangherata maggioranza e riunioni con gli assessori della giunta. Visibilmente stanco a causa dei ripetuti impegni professionali fuori città, l’ex deputato di Forza Italia sembra realmente indeciso sull’opportunità di saltare o meno sul carroccio di Matteo Salvini. «Lo scenario politico cambia ogni giorno. Oggi non si possono fare previsioni su come e quando si andrà a votare per il rinnovo del parlamento», premette il primo cittadino.
Conti e countdown
Non si possono fare previsioni, ma si possono configurare varie ipotesi. E Ciro Borriello non vuole essere colto di sorpresa, in caso di improvvise accelerazioni verso le urne: «L’unica certezza sono le elezioni a Torre del Greco nel 2018», conferma il chirurgo plastico con la passione per la politica. Un punto di partenza, intorno a cui ruotano le tessere di un puzzle già chiaro al leader locale del centrodestra. Con una data segnata in rosso in agenda: 15 settembre. Secondo i calcoli consegnati al primo cittadino dal nipote Filippo Borriello – componente del suo staff – proprio a metà settembre scadranno i quattro anni e mezzo di mandato del Governo e, conseguentemente, i termini per rassegnare le dimissioni da sindaco per partecipare alla successiva tornata elettorale alla Camera o al Senato. Diversi, invece, i conteggi per l’eventuale decadenza: «I tempi sarebbero più stretti – conferma l’ex deputato di Forza Italia – ma, dovessi optare per un’ipotesi del genere, già il 14 agosto lascerei spazio al vicesindaco». I dubbi sul punto sono legati alla “tenuta” della maggioranza in caso di staffetta alla guida di palazzo Baronale. Non sono un mistero le variegate antipatie nei confronti della first lady Romina Stilo – l’attuale numero due destinata, al momento, a subentrare a Ciro Borriello – e le “prove generali” del consiglio comunale a cui il sindaco non ha preso parte non sono state confortanti per la maggioranza. Di qui, la terza via: la rinuncia a una candidatura annunciata già a dicembre del 2016. «Prima dell’addio a palazzo Baronale, voglio essere certo di lasciare la città in buone mani – sottolinea il primo cittadino -. Altrimenti, potrei rinunciare al sogno di Roma per restare fino a marzo del 2018 per poi lasciare nuovamente la parola agli elettori di Torre del Greco». Tradotto: senza un freno alle interminabili “beghe” tra gli alleati, il padre-padrone resterà in sella fino al momento in cui si dovrà aprire la vera guerra di successione per il centrodestra della città del corallo.
L’unico scoglio all’orizzonte
Dunque, la strada è segnata. Tirati i remi in barca, il sindaco veleggia senza particolari ansie verso l’estate. D’altronde, fino al 15 settembre, c’è un solo scoglio – al momento – all’orizzonte: «Bisogna convocare un consiglio comunale entro la fine del mese di luglio», spiega Ciro Borriello. E visto l’andamento delle prime tre sedute del 2018 non sembra propriamente una passeggiata. Il super-gruppo di scontenti convinto di vantare il “credito” di un assessore – super-gruppo guidato dal capo dell’assise Pasquale Brancaccio e composto dai suoi fedelissimi Ciro Piccirillo, Stefano Abilitato, Antonio Trieste, Ciro Guida e Carmine Gentile – non sembra intenzionato a mollare la presa e proverà a fare valere il proprio “peso” in occasione delle due priorità all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale: l’approvazione del Dup – il documento unico di programmazione, fondamentale per gettare le basi delle future azioni di governo cittadino – e il via libera alla ripartizione degli avanzi di amministrazione da 4,5 milioni di euro. Un duplice obiettivo da centrare prima dell’addio a palazzo Baronale, ma su cui sarà necessario “lavorare” ai fianchi di vari alleati. Un pensiero capace di fare ulteriormente affondare Ciro Borriello nel divano acquistato dal suo predecessore Valerio Ciavolino insieme a tutti gli arredi di palazzo Baronale. «Troveremo una soluzione, come siamo riusciti a fare fino a oggi», la certezza del primo cittadino. Una “certezza” tradita dallo sguardo. Con gli occhi, infatti, Ciro Borriello cerca la finestra della sua stanza e scruta l’orizzonte per immaginare il suo futuro lontano da Torre del Greco. Proprio in quel momento arrivano la first lady Romina Stilo, l’assessore Domenico Balzano – l’avatar dell’ex vicesindaco Donato Capone – e la capo di gabinetto Alessandra Tabernacolo. Tre nomi destinati a restare, a prescindere dal rebus decadenza-dimissioni-ritiro della candidatura.
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