«Fiore di peonia, meraviglioso viaggio, l’infinite scarpe ancora nuove…». E’ “Dedicato” il singolo di Michele Chierchia che ha deciso di mettere in musica i momenti condivisi con l’amica Orsola Apuzzo, la giovane ostetricia morta in Germania in un incidente stradale. Un progetto durato un anno e diventato virale in pochi giorni. La canzone, postata da Michele Chierchia a mezzanotte del 13 luglio, ha già incassato circa 4mila consensi.
Partiamo dalla data, perché il singolo Dedicato viene messo in rete il 13 luglio?
«E’ stata un’attesa voluta anche se la canzone era pronta da qualche mese. Il 13 luglio è un giorno speciale: il compleanno di Orsola. Questo è stato il mio regalo. Anzi è lei che ha regalato a me 20 anni di amicizia. Una magia che non finirà mai. Un legame autentico».
Cosa racchiude Dedicato?
«Racchiude il nome di Orsola. L’ultima lettere, la “o”, è l’iniziale del nome di Orsola. Racchiude risate condivise. Racchiude la nostra complicità. Racchiude l’unione di due persone diverse ma che si sono compensate. Racchiude la mia voglia di spiegare al mondo chi era Orsola. Il testo è stato scritto in una notte e rivisto dalla co-autrice Annalisa Sabatino. La musica è stata curata dal maestro Mario Simeoli. E’ la canzone di apertura di un album che sarà presentato a settembre al teatro-cinema Supercinema di Castellammare di Stabia».
Chi era Orsola Apuzzo?
«Orsola era Orsola. Unica, bellissima e con un sorriso travolgente. Un uragano di vita e io il suo “freno” a mano. Era la parte matta del nostro legame. Anche quando la pensavo esattamente in modo contrario, lei riusciva a coinvolgermi. Ero il suo complice in amore, a lavoro, nelle passioni. Sono sempre stato al suo fianco anche quando fisicamente eravamo lontani. Le distanze non sono mai esistite tra noi. Mai».
Parli di un legame unico. Esiste davvero l’amicizia tra un uomo e una donna?
«Tra me e Orsola era così. Pensare anche a un bacio più passionale tra noi ci faceva sorridere. Eravamo un fratello e una sorella o forse qualcosa di più. Non c’era gelosia tra noi anzi eravamo complici delle storie d’amore personali. Ci sono abbracci, forti. Ci sono carezze e affetto che hanno scandito i nostri anni vissuti assieme. Un legame autentico che abbiamo tatuato sulla pelle 3 anni fa. Due omini, un uomo e una donna che camminano tenendosi per mano. Io sul polso sinistro e Orsola su quello destro. Abbiamo percorso buona parte di strada assieme, ora io lo farò anche per lei».
«Cielo di Roma per tre mesi mi hai sorriso». Questo il ritornello del brano Dedicato. Cosa è accaduto a Roma?
«Roma…sì Roma è stata una tappa di vita trascorsa con Orsola. Due ragazzi in cerca di fortuna nella Capitale. Tre mesi di follie, di sogni, di prove. Tre mesi intensi di Orsola e me. Poi lei è partita per la Germania. Il 24 giugno 2016 il tempo si è fermato. Ero a Roma e quei sorrisi si sono trasformati in pianto. La telefonata di mia madre, la mia vita è cambiata. Orsola era morta in un incidente stradale a tanti chilometri di distanza. Era morta una parte di me».
Un’avventura con Orsola che ricordi?
«La gita del quinto anno di liceo. Per cinque anni abbiamo condiviso gioie e dolori nella stessa classe, sezione G dell’istituto Don Milani di Gragnano. Diciamo che lo studio non era proprio la nostra priorità ma riuscivano a restare a galla. Insomma, preferivamo “dedicare” poche ore allo studio lasciando grande spazio ai nostri sogni. Il pomeriggio partivamo da Pimonte diretti a Lettere, invece di andare a ripetizione. Raggiungevamo il “nostro prato fiorito”, per raccontarci. I segreti, la prima sigaretta. Ci sentivamo invincibili e pronti a realizzare i nostri sogni. Madrid è stata la favola. La gita di istruzione che però è stata “segnata” da una denuncia. In aereo con i compagni di classe si scherzava. L’hostess cercò di calmarci, ma l’adrenalina era alle stelle. Ci chiesero di spegnere le luci. Ovviamente le luci restarono accese e, credendo di non essere capiti, rispondemmo in modo poco carino il personale di volo. “Neanche il tempo di atterrare”, così come riportato nel testo della canzone e, al ritiro bagagli, il nostro prof scoprì l’accaduto e ci ammonì. Ma il soggiorno in Spagna proseguì comunque. Orsola era splendida come il cielo sereno e unico di Madrid».
Quale la caratteristica predominante di Orsola?
«Era pura. Orsola non ha mai fatto del male a nessuno. Disponibile e ottimista. Nel videoclip è rappresentata da una bambina. Lei è rimasta la bambina che ho conosciuto oltre 20 anni fa e con cui sono cresciuto, condividendo emozioni forti. Il singolo Dedicato è l’essenza di una vita senza nuvole, finita troppo presto. Dedicato ai suoi occhi chiari. Dedicato a Dio che ci ha visti e si è fidato. Dedicato alle lettere ma non d’amore. Dedicato ai nostri nomi di riserva. Dedicato ai capelli come il sole fermi allo stesso punto. Dedicato a noi per sempre. Dedicato alle corse».