Torre del Greco. La sterzata anti-sprechi sembrava essere arrivata insieme al nuovo segretario generale Domenico Gelormini. Pronto a piazzare una serie di paletti per disciplinare il funzionamento delle commissioni consiliari e conseguentemente limitare le spese dell’ente di palazzo Baronale per i gettoni ai politici e i rimborsi alle ditte dei politici-lavoratori. Un’azione inizialmente capace di fare sbandare gli stacanovisti del municipio, terrorizzati dall’idea di perdere lo “stipendio-facile” conquistato grazie ai voti degli elettori. Ma «fatta la legge, trovato l’inganno» e la soluzione salva-tesoretto è stata subito individuata dai consiglieri comunali. Così, il report dei costi relativi al giugno 2017, non si discosta dai precedenti mesi: in tutto, il Comune è stato costretto a sborsare 10.000 euro e spiccioli per ripagare le partecipazioni degli esponenti di maggioranza e opposizioni alle inutili sedute delle commissioni consiliari.
Città ferma da sei mesi
Inutili perché i risultati ottenuti dall’amministrazione comunale targata Ciro Borriello a partire dall’inizio del nuovo anno sono sotto gli occhi di tutti. E sono oggettivamente da dimenticare. Con il primo cittadino già proiettato alle prossime elezioni politiche – non è un mistero l’ambizione dell’ex deputato di Forza Italia di tornare a sedere tra i banchi del parlamento – e le frequenti liti in maggioranza, l’azione amministrativa della coalizione uscita vincitrice dalla corsa alle urne del 2014 si è praticamente fermata. Una prova evidente è lo stato di assoluta emergenza sul fronte rifiuti – il passaggio di cantiere tra la «ditta di casa» dei Fratelli Balsamo e il consorzio Gema non è stato accompagnato da un adeguato piano anti-caos – capace di scatenare l’incubo-epidemie in città o l’assoluta improvvisazione nella gestione dell’incubo-roghi sul Vesuvio. Per non parlare di servizi ordinari a sostegno della popolazione o iniziative in grado di rilanciare il turismo e le attività ricettive durante il periodo estivo. Insomma, in uno scenario da paralisi totale gli unici numeri con il segno più restano gli incassi della casta. Fantasma sì, ma ugualmente pagata a peso d’oro come se fosse attiva al 100%.
I soliti stacanovisti
In attesa di scoprire come i politici-lavoratori abbiano aggirato i paletti legati ai rimborsi alle ditte presso cui risultano assunti, non suscita particolari sorprese la classifica degli “onnipresenti” in municipio. Sono sette i consiglieri comunali capaci di centrare l’en plein a giugno, ovvero 21 presenze su 21 giorni utili costati alle casse dell’ente di palazzo Baronale 682,92 euro ciascuno: Stefano Abilitato, Alfonso Ascione, Felice Gaglione, Carmine Gentile, Annalaura Guarino, Ciro Guida e Ciro Piccirillo. Tutti esponenti della maggioranza, con la sola eccezione dell’ondivago ex consigliere provinciale. Dall’elenco degli stacanovisti è sparito, invece, il nome di Domenico Maida – perse due presenze – il presidente della commissione trasparenza diventato desaparecido per guidare l’unico strumento in mano all’opposizione per provare a contrastare la maggioranza, ma non per portare a casa i 617,88 euro lordi per la partecipazione alle restanti commissioni consiliari. E gli sprechi della casta-fantasma avrebbero potuto toccare ugualmente cifre-record se Ottavio Bello e Nicola Donadio – il primo per questioni di salute, il secondo per problemi di lavoro – non avessero disertato tutte le sedute, facendo così abbassare la media degli sprechi.
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