“Ad autunno il nostro piano per rilanciare la Campania”. Caldo infernale. Maglietta bianca, pantaloni e ballerine beige, stile semplice e concreto. Lo stesso con cui Mara Carfagna vuole ‘vestire’ Forza Italia perché il centrodestra risalga la china a Napoli e in Campania. “Ai napoletani non interessa se sarò io a sfidare de Magistris o De Luca, vogliono proposte” dice la pupilla a cui Silvio Berlusconi ha affidato il compito di fare opposizione e rilanciare il partito locale, al tramonto dell’era di Nicola Cosentino e all’indomani delle inchieste giudiziarie sui Cesaro, sconfitti dal centrosinistra anche nella loro roccaforte di Sant’Antimo. Dalla “fallimentare” amministrazione de Magistris al dl Mezzogiorno “inadeguato”, la deputata e consigliere Fi guiderà quella che chiama “una nuova stagione di serietà contro la demagogia e propaganda, in cui De Magistris e De Luca sono imbattibili”. Snocciola dati, sfodera competenze, bacchetta la classe dirigente locale Fi “non sempre in grado di interpretare le istanze dei cittadini” e annuncia le prossime mosse per riconquistare gli elettori anche in provincia.
Onorevole Carfagna, appena approvato il Dl sul Mezzogiorno. Rilancerà la Campania dove la disoccupazione è alle stelle?
“Un decreto assolutamente inadeguato rispetto alle esigenze di questo territorio che ha bisogno di ben altro. Abbiamo assistito alla stesura di master plan, alla redazione di patti, a dichiarazioni enfatiche e celebrative di iniziative governative che hanno introdotto poco sul piano dei risultati. Il divario tra il Nord e il Sud del Paese continua ad aumentare, ce lo dicono tanti dati: Svimez, Istat, Cgia…. Un divario che si amplia per quello che riguarda il reddito procapite, il tasso di occupazione, il rischio povertà. Le poche e disarticolate misure del decreto Mezzogiorno di fronte a tutto questo non bastano”.
Qual è la proposta di Forza Italia?
“Abbiamo avviato una campagna di ascolto. Stiamo chiamando a raccolta tutti gli eletti con assemblee provinciali. Recepiremo le istanze dei territori e infine terremo un’assemblea regionale per serrare le fila. L’idea è quella di presentare un piano, un manifesto programmatico. Tenendo presente che non esistono bacchette magiche, bisogna avviare una nuova stagione politica che è quella della serietà. Contro la propaganda e la demagogia, in cui De Luca e de Magistris sono imbattibili, diremo ai cittadini la verità, quella di un Sud in affanno a cui non si risponde con i Patti e i masterplan, ma con proposte concrete che illustreremo ad autunno”.
Il centrodestra però perde terreno a Napoli. “Sparito” attacca il Pd all’indomani delle amministrative
“Al Sud in alcune realtà raggiunge il 17% con le liste civiche, se questo vuol dire sparire, allora mi auguro continui così. Sicuramente si può fare meglio, ma abbiamo avuto un periodo non facile viste le vicende politiche nazionali che hanno avuto ripercussioni anche a livello territoriale. Il nostro presidente Berlusconi ha subito una persecuzione mediatica, giudiziaria e politica che avrebbe steso un toro e nonostante questo ancora oggi è un leader che gode di consenso e fiducia da parte dei cittadini. Ci sono stati errori sicuramente, di certo la classe politica locale non sempre è stata capace di interpretare le istanze dei cittadini, però ci siamo e siamo presenti”.
A metà luglio avete lanciato gli Stati generali del centrodestra, che riscontro avete avuto e soprattutto riuscirete a coinvolgere le altre forze di destra?
“Una partecipazione oltre le aspettative ed un impegno che continuerà con iniziative e tavoli tematici già in cantiere. Sarebbe giusto e fisiologico che anche Fratelli d’Italia e Noi con Salvini accettassero l’invito a partecipare per costruire un grande movimento di centrodestra di alternativa alla sinistra ed anche a de Magistris”.
Io sembra aver fiducia solo in lei in Campania: è la candidata?
“Discorsi prematuri che non mi appassionano. Agli elettori non credo interessi sapere se sarò io a sfidare de Magistris o De Luca, ma come risaneremo i conti ed offriremo servizi. Le idee prima, poi Berlusconi insieme alla classe dirigente selezionerà chi è in grado di interpretarle”.
Intanto si è appena concluso un anno di de Magistris bis. Cosa devono aspettarsi i napoletani per il futuro?
“Certifichiamo un’amministrazione fallimentare con una media di 100 milioni all’anno di debiti fuori bilancio e un Comune che tra spesa per ripianare il disavanzo e per i debiti rinuncia a circa 600 milioni di euro su un totale di spesa libera di un miliardo e 500 milioni. Con un Comune che non riesce a fare riscossione e dismettere il patrimonio difficilmente si realizzerà il risanamento dei conti e il miglioramento dei servizi ormai al collasso”.