«Oltre il 90% delle cose che scrivo non vanno prese seriamente, molti di voi lo hanno capito, altri no». Nina Moric candidata a sindaco di Torre del Greco è una provocazione sfuggita di mano. Un tormentone social e ovviamente una calamita di like, condivisioni e commenti (molti poco eleganti). In chat con Metropolis rifiuta un’intervista dopo la bufera. «No, grazie, ne riparleremo a fine agosto», dice. Per ora risponde solo sui social. Con ironia tra tanti incoraggiamenti e tantissime offese.
Mentre Ciro Borriello era seduto nella caserma della Guardia di Finanza davanti a una montagna di accuse e all’etichetta di sindaco tangentista, la showgirl aveva lanciato il suo messaggio al popolo dei post in libertà. «Sono felice di informare i cittadini di Torre Del Greco (che oggi hanno visto arrestare il proprio sindaco) che alle prossime elezioni mi candiderò anche io». E siccome ogni cosa che compare su Facebook finisce per diventare seria, giù discussioni animate. Oltre ai soliti insulti webeti davanti ai quali la showgirl sbotta: «Evidentemente inizio a fare consensi».
In un lungo post di risposta ai denigratori, la candidatura diventa persino semi-seria. «La mia è stata una provocazione, io della cosa dovrei parlarne con il movimento di cui faccio parte e con la famiglia del mio fidanzato. Ho letto di tutto ma nessuno ha esaminato gli aspetti di una candidatura che se fosse vera avrebbe anche degli aspetti positivi innegabili».
In realtà, quella di Nina Moric era palesemente una provocazione, suggerita dalle origini del suo compagno, Luigi Mario Favoloso, 29enne di Torre del Greco, ex modello, titolare di una ditta di import-export di tessuti e più giovane di lei di undici anni.
«Questa cosa che vi ho liberato di Favoloso è arrivato il momento di pareggiarla», aveva scritto nel post-annuncio dopo gli arresti eccellenti. Inutile, ovviamente. Il sasso lanciato nello stagno social aveva già prodotto le sue onde virali riportando Nina Moric nel mirino degli utenti napoletani in una battaglia vecchia di alcuni mesi, scandita da gaffe, scuse, polemiche e dichiarazioni d’amore che evidentemente non hanno mai convinto fino in fondo.
Il primo strappo arrivò alla vigilia della sfida tra Napoli e Benfica per l’ultima gara della fase a gironi della Champions League. La showgirl croata prese in prestito lo slogan britannico anti-europeista e lo usò per l’occasione. Ancora una volta con un pizzico di leggerezza, con tanto di hashtag coniato per l’occasione: #NapExit. «Vota anche tu sì se vuoi che il Napoli esca dall’Europa. Il voto è un dovere oltre che un diritto». Immediata sollevazione di scudi, e alla fine spuntarono anche le accuse di razzismo. Quel post contò più o meno 15mila commenti tra i quali uno a firma di Clementino: «Tu non hai idea di quanto ci schiacciano dalla mattina alla sera in tutta Italia: siamo sempre bersagliati». E nella risposta il rapper lanciò anche l’hashtag #zompapereta, preso in prestito dalla fantasia straordinaria di Marcello d’Orta nel libro «Io speriamo che me la cavo».
Per Nina Moric quello fu solo «uno sfottò sulla squadra», per il suo compagno, Luigi Mario Favoloso: un post intriso di «populismo» per aizzare i follower «contro chi scherza su una partita di calcio». Quella sera il Napoli vinse 2-1 degli azzurri e la showgirl diede un calcio alle polemiche: «Alla fine ho portato fortuna. Se mi date il permesso lo faccio a ogni partita europea, così il Napoli vince la Champions». Finì con un armistizio, con un «Vi amo» urlato dalla showgirl durante una batteria di fuochi d’artificio made in Napoli sotto la sua abitazione a Milano. «Ecco cosa siete. Fate vedere a tutto il mondo cosa siete. Per questo vi amo».
Poi le cose sono andate diversamente, anzi, le polemiche esplosero di nuovo pochi mesi dopo, toccando il picco più rovente ad aprile. Allora Nina Moric accostò con colpevole leggerezza la sfida Napoli-Juve ad una competizione tra camorra-‘ndrangheta. Apriti cielo. Il post su Facebook diventò un boomerang senza precedenti. I commenti furono ancora più spietati e lo strappo quasi insanabile.
«Ma la politica non è il calcio», ha scritto ieri Nina Moric. «Non dovreste schierarvi per partito preso, ragionate con la vostra testa, anche perché sono sicura che siete quasi tutti più intelligenti di quelli che senza apparenti meriti culturali cercano di influenzarvi».
Stavolta il Napoli non c’entra. C’entra la politica. O meglio la pseudo-politica fatta di presunte tangenti pescate dai fondi neri per assicurarsi un appalto da 30 milioni di euro. Stavolta sullo sfondo c’è un sindaco filo-leghista finito in cella e indagato assieme ad altri quattro imprenditori, tutti travolti da accuse pesantissime.
«Non faccio interviste», ci dice Nina Moric. «Sono in vacanza, ma ne riparleremo volentieri a fine agosto». E forse qualcuno le avrà chiesto davvero di candidarsi a Torre del Greco. Chissà. Per ora l’unico legame tra Nina Moric e la città del corallo resta Luigi Mario. Lei scrive: «Il cognome, Favoloso, è già una garanzia», ha scritto. «Ci siamo conosciuti tramite una nostra amica che vive in Australia, a cena ci siamo piaciuti. Sono una donna un po’ inquieta, ma credo nell’amore. Sono una sognatrice, spero che stavolta sia quella giusta». Magari lasciando stare la politica.