Gli “Uomini soli contro le fiamme”, così tutti conoscono i volontari dell’AVF (associazione volontari del Faito) li ho visti anche ieri alle 18 sul #Faito, sul crinale della Falconera, quello dove svettano i ripetitori TV e poco dietro vi è un bosco magico e ancora più giù diverse case. Erano a combattere, come sempre, in dieci, da soli, guardando in faccia le fiamme, senza il supporto di alcuna istituzione da terra. Solo tanta generosità (ed esperienza) su questo fronte minaccioso d’incendio in risalita da Pimonte. Ero in compagnia di Andrea Buonocore, un ex militare, animatore dell’Associazione Nazionale Carabinieri della penisola sorrentina che vive a Moiano, la frazione di Vico Equense più colpita dagli incendi di questa lunga estate impietosa, in una delle ultime case prima della salita al Faito. Ho visto anche tanti aspetti che ti fanno saltare la lucidità… perché se ci fossero..delle cose sul posto… la loro lotta all’emergenza fuoco potrebbe andar meglio…
Queste cose hanno dei nomi e sono: riserve idriche antincendio, una rete di alimentazione degli idranti mobili dei soccorritori e certamente altre tecnologie digitali per l’avvistamento preventivo di fiamme nascenti tra le fitte e spesso inaccessibili aree boschive. E invece nulla. Solo modesti mezzi sempre tenuti in efficienza, talvolta elemosinando le necessarie manutenzioni…
Ma quelli dell’AVF ci sono, sempre. Il Faito è la loro casa e la difendono. Non sono collegati ad alcun satellite, ma ognuno di loro è un “super sensore” che rileva l’emergenza, la comunica agli altri e tutti insieme organizzano l’immediato intervento spesso armati unicamente di pale. L’associazione può disporre di aiuti da un plotone di oltre 50 persone, ognuna sostenuta dalla propria famiglia. Tutto questo è ormai animato anche da molta disperazione perché, spiegano, “siamo disgustati da bla-bla inconcludenti di chi ha ruoli di competenza per la tutela del Faito e la lotta alle emergenze -ripetono da giorni- e la cronica assenza di un coordinamento efficace nell’impiego tempestivo di mezzi idonei per aggredire le fiamme che salgono e scendono, spesso indisturbate, dai vari fronti della montagna”. Nei giorni scorsi gli uomini dell’AVF hanno fatto di più e, dicono, “per far sentire dove era giusto che i sordi sentissero” il “grido di disperazione” hanno dovuto lasciare la montagna e scendere in città per una manifestazione pacifica lungo la statale sorrentina a cui ha aderito anche il Sindaco di Vico Equense, Andrea Buonocore, l’intera Amministrazione Comunale, il presidente del Consiglio Comunale, cittadini esasperati e finanche il presidente del Parco dei monti Lattari, Dello Ioio, un giovane entusiasta del suo ruolo ma consapevole che dispone di quasi nulla per far fronte a questa emergenza o forse dello strumento delle “dimissioni”.
Tornando alle fiamme che non leggono e non ascoltano la disperazione, mentre sentivo il fumo che ti prendeva la gola e ti avvolgeva e impregnava il corpo, ho capito perché Aldo Buonocore, il presidente dell’AVF, e gli altri non si lasciano fermare (e intimidire!) dalle tante cose “storte”: perché le fiamme non riconoscono gli stati d’animo e intorno a te ci sono tanti cittadini che pensano, con disperazione, che le maledette fiamme potrebbero raggiungere la propria casa o un luogo dove soggiornano turisti che amano Faito. Queste persone è giusto ringraziarle con riconoscenza. Però è più utile che i troppi cittadini di Vico Equense e dell’intera comunità dei monti Lattari e della penisola sorrentina (con i consistenti interessi nel settore dell’economia turistica) mettano finalmente da parte la troppa indifferenza verso le sorti del Faito. È necessario, invece, fare arrivare lassù (dove ora son padrone le fiamme e forse sinistri interessi criminali) la forza dirompente della volontà di proteggere, conservare e poi valorizzare lo straordinario contesto ambientale del Faito, un pezzo importante del Patrimonio Culturale della città di Vico Equense e del vasto territorio ambientale della Penisola Sorrentina, di Pimonte e dei Monti Lattari, senza il quale il degrado, più delle fiamme, interromperà la storia meravigliosa di questa gente e dei suoi luoghi della meraviglia.
CRONACA
6 settembre 2017
Incendi dolosi, reportage tra le fiamme dei Monti Lattari