Gioca coi fanti ma lasciare stare i santi. Nei detti antichi la saggezza popolare. San Gennaro rinnova il miracolo ma lo fa nella cassaforte dove sono custodite le sue ampolle. Quando il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe la apre il sangue è già sciolto. Faccia Gialla non delude il suo popolo devoto ma non soddisfa neanche la passerella politica che va in scena all’ombra del Duomo e preferendo il buio della teca sembra quasi prendersi gioco di loro.
Il candidato-chirichetto
In prima fila per la prima volta alla manifestazione religiosa e fresco di candidatura a premier del M5S – coincidenze? – c’è Luigi Di Maio. Capelli che sembrerebbero appena tagliati tanto sono perfettamente in ordine, camicia e vestito senza una piega. Cravatta grigio-azzurra, tonalità cielo. “Grande emozione, è un grande momento legato alla religione, sono un fedele e mi faceva piacere esserci prima di tutto come cittadino” dice calato nei panni del perfetto chirichetto. Si china, socchiude gli occhi e bacia l’ampolla: il ragazzo di Pomigliano d’Arco è a metà del suo miracolo, diventare presidente del Consiglio. Ma sa bene che per placare la polemica che monta di ora in ora all’interno del Movimento Cinque Stelle ci vorrà l’aiuto di San Gennaro.
Uomo solo al comando: da Napoli e provincia la lettera di protesta a Grillo
L’ultima protesta si leva, non a caso, proprio dalla Campania, la sua terra. Con una lettera consegnata in queste ore nella mani di Beppe Grillo, firmata da una ventina di consiglieri grillini di Napoli e provincia, ma subito condivisa sui social da diversi parlamentari. “Caro Beppe siamo i tuoi eroi – le prime righe -. Sentiamo l’esigenza di scriverti perché sei il nostro “garante”, in quanto capo politico. Siamo quelli che ti seguivano e ti seguono sul blog. Siamo quelli che erano in piazza con te al primo V-Day e in tutte le piazze successive. Siamo quelli che credono ancora che il cambiamento debba partire dal basso”. Il motivo della lettera è il regolamento pubblicato per la selezione del candidato premier: i grillini contestano la decisione che quest’ultimo sia anche il capo politico del Movimento. Una decisone presa dai vertici, senza alcuna discussione interna. Tutto il potere quindi nelle mani di uno solo: Luigi Di Maio. Altro che democrazia e partecipazione. “Beppe Grillo sembra volersi sfilare dal Movimento, di certo non possiamo obbligarlo a restare, ma le due figure non possono coincidere poiché una è istituzionale e l’altra è di garanzia. Non va bene accentrare tutto in una sola persona” spiega il consigliere della Città metropolitana, Danilo Cascone, tra i primi firmatari della lettera (tra gli altri i consiglieri di Napoli, Matteo Brambilla e Francesca Menna, Gennaro Cozzolino di Ercolano e Giuseppe Ricciardi di Grumo Nevano) specificando che non è una presa di posizione contro Luigi Di Maio. “Certo mi aspettavo un esito diverso, maggiore partecipazione” aggiunge Cascone riferendosi ai sette candidati a premier, dove è evidente che il vincitore sarà Di Maio e le altre sono proposte ‘farlocche’.
La fronda Fico
A rinunciare a candidarsi Roberto Fico (molti dei grillini firmatari della lettera fanno riferimento a lui) che per ora resta in silenzio e a cui potrebbe essere stata riservata la poltrona di Palazzo San Giacomo. Perché come mostrano le primarie grilline – il voto ci sarà giovedì e venerdì, ma il risultato è scontato – nel Movimento è tutto già stabilito dall’alto. Altroché. La fronda capitanata da Fico vuole arginare il potere di Di Maio chiedendo di rivedere il regolamento prima del voto. Decisive le prossime ore. “Le figure non possono essere coincidenti, è l’unica scelta di buon senso” ribadisce il deputato pentastellato di Torre del Greco, Luigi Gallo, ricordando al ragazzo di Pomigliano d’Arco che anche “il premier è solo la faccia del Movimento, diffonde un programma politico deciso insieme ed è la voce di una squadra”.
Di Maio-deMa: prime prove di collaborazione
Intanto Di Maio già si muove da premier. E fuori la cattedrale con il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris vanno in scena le prime prove di collaborazione. “No comment” sulla candidatura-provocazione di Roberto Saviano risponde Di Maio che invece si sofferma a dialogare con l’ex pm sulle difficoltà economiche dei Comuni. “Il Governo deve fare una legge per intervenire sui vincoli di bilancio” chiede deMa con l’acqua alla gola per le casse in rosso. “Gli enti hanno sempre meno risorse – accoglie l’appello Di Maio – e bisogna anche intervenire in settori cruciali per cui dovevano provvedere i Comuni e mettere a posto le partecipate del Paese”. Il dialogo c’è e forse se non la grazia di San Gennaro, anche i voti di deMa.