Fecero la “cresta” su un’estorsione approfittando del cambio al vertice dei Gionta, ma poi dovettero correre ai ripari così che il nuovo boss non si accorgesse dello “sgarro” e pretesero il doppio da un altro commerciante. E’ un nuovo risvolto che emerge dalle pieghe dell’inchiesta sul racket coordinata dalla Dda di Napoli e culminata con l’arresto in carcere di 12 persone (solo per Salvatore Ferraro, difeso dall’avvocato Elio D’Aquino, poi tramutato in domiciliari). Protagonisti dell’episodio sempre Raffaele Passeggia alias “zimbariello” e Oreste Palmieri detto Salvatore, gli esattori del pizzo di cui i carabinieri hanno ricostruito movimenti e conversazioni grazie alla cimice piazzata nell’auto che usavano in quel periodo.
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