Da Terzigno a Ottaviano, passando per San Giuseppe e Poggiomarino la mappa delle strade della vergogna è un pugno nello stomaco. Chilometri e chilometri di distese e polmoni verdi trasformati in discariche. E così l’hinterland vesuviano in pochi anni è stato trasformato nella terra dei fuochi, le arterie principali come via Zabatta, e tutte i percorsi che conducono al Vesuvio sono diventate in strade seppellite dalle montagne di “pezze” grazie al business di chi sversa e incassa per appena cinque euro, una tratta che intanto continua ad avvelenare il territorio e trasforma il Parco Nazionale del Vesuvio in una pattumiera. Ogni giorno spuntano cumuli di rifiuti, ogni ora una discarica a cielo aperto viene incendiata. Questo è il triste destino che inevitabilmente diventa un cancro contro chi in campo sta cercando di mettere azioni dure. Da una parte i controlli delle forze dell’ordine, sequestri, arresti e denunce che però non frenano per nulla i trasgressori. Intanto continua la task force delle amministrazioni comunali come quella dell’amministrazione comunale di Terzigno: da settimane sono stati raccolti quintali di rifiuti dalle strade di periferia della città. Una lotta contro il tempo che sembra però diventata una lotta contro i mulini al vento. Nel frattempo il Parco Nazionale del Vesuvio ha raddoppiato i controlli e le verifiche all’interno delle aree protette per fermare sia gli sversamenti che gli incendi che a luglio hanno divorato migliaia e migliaia di ettari di terra. E intanto le conseguenze sono nell’elenco di morti per tumori che continua ad allungarsi.
CRONACA
4 ottobre 2017
Terra dei Fuochi. Un bustone 5 euro, così si smaltiscono i veleni