Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata e affidate alla compagnia dei carabinieri di Castellammare di Stabia, agli ordini del colonnello Filippo Melchiorre, del maggiore Donato Pontassuglia e del tenente Andrea Riccio, vanno avanti senza sosta da giovedì sera. I militari hanno rinvenuto 12 cartucce calibro 9, ma la sensazione è che siano stati esplosi molti più colpi contro l’auto del narcos ex braccio destro del ras Mario Cuomo, ‘o caniello. Secondo una prima ricostruzione sarebbero almeno due i fucili che hanno sparato contro Orazzo e l’ipotesi più credibile è che i sicari stessero attendendo l’arrivo della Fiat Panda del narcotrafficante nascosti dietro il cartellone pubblicitario di un noto ristorante di Lettere. Sapendo che l’auto sarebbe stata costretta a frenare in prossimità della curva, i killer sono entrati in azione. Orazzo probabilmente è stato colto di sorpresa e colpito alle spalle. A conferma di questa tesi ci sono i fori nel lunotto posteriore e sul poggiatesta del sedile lato guidatore. Ad ucciderlo, un colpo che lo ha centrato alla nuca, anche se la parola finale spetta al medico legale che dovrà eseguire l’autopsia sul corpo del narcotrafficante, che già il 19 febbraio del 2016 era riuscito a scampare a un agguato tra le mura di casa. I cecchini gli spararono da 40 metri di distanza, mentre era affacciato al balcone del suo appartamento. Ma in quel caso riuscirono solo a colpirlo a una spalla.
CRONACA
14 ottobre 2017
Casola/Lettere. I sicari di Orazzo erano nascosti dietro il cartellone di un ristorante