Arriva in Corte d’Appello a Salerno, con sentenza prevista oggi, il processo a carico di sette imputati dediti alle estorsioni e all’usura con l’aggravante mafiosa.
Per tre di loro il sostituto procuratore generale Pierina Consoli ha chiesto lo sconto di pena rispetto alla condanna di primo grado con il rito abbreviato emessa dal gip di Salerno Emiliana Ascoli a gennaio scorso: cinque anni per Gennaro Ridosso (rispetto agli 8 e 10 mesi del primo grado); sei invece per Alfonso Morello, ritenuto il cassiere dei Loreto-Ridosso (7 anni e mezzo con l’abbreviato) per il quale è stato chiesto di non procedere con l’aggravante camorristico e quattro anni e 2 mesi per Luigi Ridosso (6 anni e 10 mesi in primo grado). Per il resto degli imputati, tra cui lo stabiese Massimiliano De Iulio consigliere comunale a Castellammare di Stabia sospeso proprio in virtù della condanna incassata in primo grado in questo processo e il concittadino Carmine Di Vuolo (entrambi 3 anni di pena), è stata chiesta la conferma della sentenza di gennaio. Oltre loro alla sbarra ci sono Alfonso Loreto (collaboratore di giustizia, condannato a 6 anni in primo grado) e Romolo Ridosso (nipote di Romoletto il pentito, 4 anni e 10 mesi).
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La sentenza sarà emessa oggi dal collegio della Corte d’Appello di Salerno a cui ieri mattina proprio Gennaro Ridosso ha fatto ammenda delle sue responsabilità chiedendo «scusa» per i reati a lui contestati.