«Le dimissioni dal Pd sono nate da un’esigenza interiore. Poi mi hanno offerto seggi sicuri, mi hanno chiesto di fermarmi un giro, di fare la riserva della Repubblica. Mi dispiace, questi calcoli non fanno per me». Si presenta così, Pietro Grasso. E’ il giorno della sua discesa in campo, davanti a una platea gremita che lo acclama leader tra standing ovation e applausi scroscianti. «Io ci sono!», esclama. E tiene a battesimo la nuova “cosa” della sinistra. «Liberi e uguali», il nome lo ripete tre volte sul finale, commosso. La lista che sfiderà la coalizione a trazione Pd, la destra e il M5s, nasce dalla fusione di Mdp, Si e Possibile, ma non sarà solo “rossa”, promette il presidente del Senato. «Il nostro è un progetto più grande» che ambisce a raccogliere «l’unico voto veramente utile», quello della «metà d’Italia che non vota».
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