Torre del Greco. Tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 c’è grande fermento intorno alla questione rifiuti a Torre del Greco. Sono i giorni caldi dell’emergenza, giorni in cui avviene il passaggio di consegne per la gestione del servizio Nu tra la Ego Eco di Cassino e la ditta Fratelli Balsamo. In Comune tutti sono interessati al caso e fiumi di parole scorrono in centinaia di telefonate intercettate dagli investigatori chiamati a indagare sulla monnezza connection all’ombra del Vesuvio. Svelando l’intricato intreccio di interessi sulla nettezza urbana a Torre del Greco.
Parte delle intercettazioni sono poi finite nell’ordinanza di custodia cautelare costata l’arresto all’ex sindaco – all’epoca, il 7 agosto, già dimissionario – Ciro Borriello. Ma decine sono le telefonate giudicate dal titolare dell’inchiesta «non rilevanti» dal punto di vista giudiziario. Ma, a oggi, restano «rilevanti» e «rivelanti» per spiegare il clima politico respirato in città durante i giorni del caos-rifiuti. A portare le conversazioni agli atti del processo sono state le difese degli imputati.
È di fuoco il telefono di Vittorio Ciummo – presidente della Ego Eco – contattato in diverse occasioni da Domenico Maida, presidente della commissione trasparenza in Municipio e riferimento dell’onorevole Nello Formisano. L’esponente dell’opposizione chiama l’imprenditore della Nu il 6 dicembre: «Quando è che possiamo, gentilmente, incontrarci un attimo?» la richiesta del delfino dell’onorevole. L’incontro non avverrà prima del 10 dicembre, come è possibile capire dalle successive telefonate. Il giorno stesso, Vittorio Ciummo chiama proprio Nello Formisano: «Mi scusi per ieri – dice – ma non ho visto la telefonata». L’onorevole taglia corto: «Non sarebbe il caso…? Eh, di prendere un caffè?». Il presidente della Ego Eco è a Torre del Greco l’11 dicembre e cerca Domenico Maida: «Sono sotto il palazzo Baronale». Ma il presidente della commissione trasparenza è impegnato. Vittorio Ciummo si rifarà il giorno successivo, raggiungendo la casa di Nello Formisano, come testimoniato da un’intercettazione sul numero civico dell’abitazione. Il 17 dicembre c’è un infuocato consiglio comunale e il 18 dicembre Vittorio Ciummo “sente” Domenico Maida: «Com’è andato il consiglio comunale ieri sera?». «Eh! Una cosa esagerata!». L’esponente dell’opposizione non si sbilancia, ma poi richiama l’imprenditore dei rifiuti con il numero di un suo “fedelissimo” e si sofferma su una mozione relativa alla regolarità delle isole ecologiche: «A cui l’assessore – spiega al telefono – ha risposto che la ditta… è inadempiente in merito all’articolo 5 del capitolato». Quindi la richiesta all’assessore dell’epoca, Salvatore Quirino: «Secondo lei sono delle vere e proprie isole ecologiche? Sì. Assessore le rifaccio la domanda: lei ci dice sì in virtù di questa domanda? Sì». Il 19 dicembre Vittorio Ciummo si sfoga con Domenico Maida: «Ci hanno sequestrato i mezzi, stanno facendo l’ira di Dio». Il giorno successivo è Nello Formisano a chiamare il presidente della Ego Eco: «Solo per ringraziarla del presente, che mi è arrivato tramite…». L’imprenditore dei rifiuti si dice «preoccupato per là, per quello che è successo». Alla vigilia di Natale, poi, Domenico Maida risente Vittorio Ciummo: «Ma una serie di documentazioni ora da farti vedere! Che… il segretario generale… c’è stato uno scambio di opinioni… ci sono novità importanti…». Il 19 gennaio sempre il presidente della commissione trasparenza chiama Vittorio Ciummo: «Credo che sia urgente: non lo so come stai messo e… mi dispiace scocciarti; però se è previsto che scendi, insomma… ci incontriamo un attimo”. Il numero uno della ditta di Cassino sente uno stretto collaboratore: «A me ha chiamato Mimmo, ha detto che mi vuole parlare urgentemente, che c’ha una cosa urgentissima da dire, assolutamente mi deve parlare. Cosa che non ha fatto mai».
Che la questione rifiuti stesse a cuore al centrosinistra si evince poi da una telefonata intercettata tra il leader dell’opposizione Loredana Raia – all’epoca consigliere comunale, oggi in Regione Campania – e il direttore del cantiere Ego Eco il 23 dicembre 2014. L’interlocutore dice: «No, ti devo portare questi documenti». E Loredana Raia chiede: «Ma che fine ha fatto l’isola ecologica di via Monsignor Felice Romano?». «È stata tolta». «Come mai? Era irregolare». «Perché andavano in galera», la chiosa.