Torre del Greco. Fino a inizio settimana era il «jolly» delle future elezioni comunali a Torre del Greco, il candidato sindaco «riciclabile» sia con il centrosinistra – grazie alla strategica alleanza con il Pd, costruita in tre anni di opposizione a palazzo Baronale – sia con il centrodestra, complice la sua storica militanza con Forza Italia. Non a caso, il suo terzo polo si era seduto a entrambi i tavoli politici organizzati all’ombra del Vesuvio, come un uomo a caccia della donna «ideale». Ma la fuga in avanti dell’onorevole Nello Formisano – pronto a rinunciare alla quinta scalata consecutiva al parlamento per provare a indossare la fascia tricolore della quarta città della Campania – rischia di fare saltare i piani di Giovanni Palomba, il figlio d’arte orgoglioso di portare sulla pelle le stimmate della Democrazia Cristiana.
Il fondatore del grande centro – insieme all’ex forzista Gennaro Granato, fedelissimo del sottosegretario alla difesa Gioacchino Alfano – non si è presentato al primo interpartitico del 2018 in casa centrosinistra: un incontro per fare il punto della situazione e valutare la prima (auto)candidatura della coalizione. Un segnale chiaro e inequivocabile: «Siamo un gruppo civico, d’ora in avanti non parteciperemo a tavoli politici finché non sarà fatta chiarezza su nomi e programmi».
Una scala di priorità non casuale, prima i nomi e poi i programmi. Esattamente l’opposto del cronoprogramma proposto dal segretario cittadino del Pd, l’avvocato Massimo Meo. «Ritengo sia già stato perso tempo prezioso – incalza Giovanni Palomba – Il terzo polo ha deciso a settembre con chi non stare: l’ex sindaco Ciro Borriello e i sostenitori del suo «sistema». Adesso aspettiamo le decisioni dei grandi partiti di entrambi le coalizioni».
Come a dire: terremo il piede in due scarpe finché non avremo trovato la «misura» giusta. «Al netto della candidatura di Nello Formisano, uomo politico di primo piano e figura di spessore, ritengo siano il Pd da un lato e Forza Italia dall’altro i partiti chiamati a individuare i leader intorno a cui avviare il discorso relativo alle candidature a sindaco – conclude Giovanni Palomba – Il nostro è un gruppo in fase di costruzione, a cui si sono avvicinati diversi ex amministratori e vari esponenti della società civile. Tutti accomunati dall’idea di segnare un cambiamento rispetto al «metodo» promosso in passato dall’ex sindaco Ciro Borriello».
Dunque, a destra o a sinistra non importa. E il programma di governo cittadino neanche è una priorità: «Perché la nuova amministrazione comunale si dovrà, in primis, preoccupare di gestire l’ordinario – conclude il figlio dell’ex sindaco Francesco Palomba -. E provare a rimediare agli errori del passato». Magari puntando proprio su chi ha contribuito in prima persona – durante il primo mandato di Ciro Borriello a palazzo Baronale – al «disastro» oggi quotidianamente denunciato attraverso i social.