«Scarpa mi disse che conosceva un finanziere al porto di Gioia Tauro, in Calabria, che poteva aiutarci». Un’altra gola profonda. Un altro verbale che scotta che viene fuori nell’ambito dell’inchiesta Crypto che ha portato all’arresto del super narcos dei Gallo-Cavalieri, Natale Scarpa.
In quelle 280 pagine gli uomini del reparto anti droga di Napoli – i finanzieri coordinati dal capitano Domenico Mollo – mettono insieme una serie di testimonianze che consegnano scenari inquietanti. Uno di questi è nella rete di contatti che i narcos, Natale Scarpa come i fratelli Domenico e Bernardo Tamarisco e lo stesso Pasquale Fiorente, sono riusciti a costruire nel corso degli anni consentendo ai carichi di cocaina di riuscire a superare tutti gli ostacoli nei posti di controllo e in particolare nel porto di Salerno.