Con più attenzione alle misure di sicurezza e alla manutenzione delle barriere di contenimento di via Ripuaria a Pompei, forse la tragedia costata la vita a Nunzia Cascone e Anna Ruggirello – madre e figlia sprofondate nel Sarno con la loro auto dopo un incidente nel novembre del 2013 – si sarebbe potuta evitare.
A cominciare dalla barriera contro la quale la Fiat Panda guidata da Nunzia Cascone si è schiantata in seguito all’impatto con una Fiat Punto guidata da un uomo. Un parapetto di ferro che non ha retto allo scontro, facendo sprofondare nel fiume le due donne. Secondo quanto ricostruito dall’ingegnere il parapetto era stato danneggiato e in parte divelto da due incidenti avvenuti nei mesi precedenti sempre nello stesso punto. Per la precisione a giugno e a marzo del 2013. Nonostante quegli episodi, però, non sono stati eseguiti lavori di sostituzione della barriera ne tanto meno interventi alla segnaletica stradale per prevenire possibili nuovi incidenti. Elementi che cristallizzano il quadro costruito dalla Procura. Già dalle prime indagini eseguite all’indomani della tragedia è finita nel mirino proprio la stabilità del parapetto e soprattutto le responsabilità sulla manutenzione dell’arteria che costeggia il fiume. Elementi sufficienti per richiedere e ottenere l’imputazione per il conducente della Punto e per i due titolari della ditta individuata dagli inquirenti come responsabile della manutenzione di via Ripuaria.