Alla base dell’arresto di Vincenzo Vitiello, trovato in possesso di 118 chili di hashish, ci sarebbe stata una soffiata probabilmente dall’hinterland vesuviani. I carabinieri della Stazione di Gragnano sono andati a colpo sicuro nel garage di famiglia dov’era custodito il grande carico di droga. Ora Vitiello, già condannato per una violenza sessuale a una porstituta nigeriana, è rinchiuso nel carcere di Fuorni a Salerno dove ieri ha avuto un colloquio con l’avvocato di fiducia Stefania Pierro. Avrebbe detto di non essere il proprietario della sostanza stupefacente e che non sapeva nulla del carico. Dichiarazioni che non combacerebbero con il verbale di arresto dei carabinieri i quali attribuiscono al 44enne i 118 chili di hashish. Domani mattina dovrà rendere dichiarazioni al gip Paolo Valiante del Tribunale di Nocera Inferiore che lo interrogherà in cella. Nel frattempo le indagini non si fermano, con i carabinieri certi di poter risalire ai veri gestori delle piazze di spaccio presenti tra Scafati, Pompei, Castellammare di Stabia e Gragnano. Non si esclude che a capo di tutto il sistema ci possa essere una delle storiche organizzazioni criminali del territorio, riorganizzatasi con nuova manovalanza pronta a controllare le città all’ombra del Vesuvio e la comunità scafatese.
CRONACA
11 febbraio 2018
Scafati. Droga nel carcere, Vitiello dal carcere: “Sono innocente”