Tre quarti dei suoi dipendenti erano “inesistenti”. Per lo meno per il fisco e l’Inps, visto che lavoravano in nero. Ma in realtà esistevano eccome, e davano con le loro prestazioni una mano importante, decisiva, all’attività ristorativa che con discreto successo l’imprenditore in questione porta avanti a Gragnano
Un’attività che però nello scorso fine settimana è finita nel mirino della Guardia di Finanza della Compagnia di Castellammare, guidata dal capitano Salvatore Della Corte. Gli uomini delle Fiamme Gialle sono infatti da tempo impegnati in un’attività di contrasto al lavoro nero, che a giudicare dai risultati sta portando alla luce quella che assume i contorni di una vera e propria piaga. Basti pensare, per restare al caso del ristorante di Gragnano, che al momento del controllo nella struttura erano impegnate al lavoro come camerieri 18 persone. Di queste, a seguito delle verifiche, ben 13 sono risultate non in regola. I militari infatti hanno proceduto ad ascoltare uno per uno i dipendenti, per poi confrontare le loro dichiarazioni con la documentazione ufficiale. Atti che sono stati richiesti al consulente del lavoro della struttura ricettiva, prontamente rintracciato e convocato sul posto. Dalla comparazione tra quanto affermato dai dipendenti e quanto riportato nei documenti, è emerso incontrovertibilmente che la maggior parte del personale non era inquadrato a livello contrattuale.
Stesso copione anche a Castellammare, a seguito del controllo effettuato in un altro noto ristorante. Qui però i finanzieri hanno trovato una situazione meno grave: i camerieri non inquadrati, infatti, erano “solo” quattro su un totale di undici che erano al lavoro al momento del controllo eseguito.