A febbraio aveva picchiato la compagna minacciandola con un coltello ed era stato arrestato. Sottoposto ai domiciliari era più volte evaso per recarsi a casa dell’ex e costringerla a subire rapporti sessuali. Accade a Ragusa, dove la Squadra mobile ha arrestato un cittadino ghanese per il quale adesso si sono spalancate le porte del carcere. Sbarcato a gennaio dello scorso anno a Pozzallo, l’uomo era stato finito in manette perché ritenuto un presunto scafista, successivamente era stato scarcerato e aveva presentato richiesta di asilo. Lo scorso febbraio era stato arrestato dalla Polizia dopo aver ferito e minacciato la compagna con un grosso coltello. Dopo la convalida dell’arresto il gip lo aveva sottoposto agli arresti domiciliari. Il ghanese, però, in più occasioni era evaso per recarsi nell’abitazione della compagna. Qui, dopo essere entrato da una finestra rotta, aveva abusato della donna, che agli investigatori ha raccontato violenze e umiliazioni continue. Più volte, infatti, sarebbe stata bruciata con la sigaretta e costretta ad accettare inaudite violenze e a non chiamare la Polizia sotto la minaccia di morte. A fare scattare le indagini, però, è stato un referto medico del pronto soccorso di Ragusa, gli investigatori della Squadra mobile hanno contattato la donna e invitandola in ufficio.
Qui, sentendosi protetta e al sicuro, ha raccontato tutto. E’ stato così disposto l’aggramento della misura cautelare. Il ghanese, rintracciato in un’abitazione del centro storico, è stato così condotto in carcere. “La Polizia di Stato di Ragusa, grazie alla collaborazione e determinazione di una donna vittima di violenza – dice il dirigente della Squadra mobile, Antonino Ciavola -, ha potuto assicurare alla giustizia un pericoloso soggetto. È fondamentale considerare gli uffici della Squadra Mobile come un luogo sicuro dove poter richiedere aiuto”.