Nocera Inferiore – Intercettazioni determinanti nel blitz antiusura dei carabinieri del Ros, agli ordini del colonnello Santagata, messo a segno a Nocera Inferiore, nell’ambito della vasta operazione denominata “Un’altra storia”.
Come si evince dall’ordinanza del giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Salerno, Stefano Berni Canani, l’attività era stata autorizzata sin dal mese di ottobre del 2015. Le utenze interessate erano quelle di Macario Mariniello, arrestato su ordine di cattura europeo in quanto residente a Las Palmas, nelle isole Canarie, del fratello Giuseppe, socio della Nocerina Calcestruzzi con il 25% delle quote intestate alla sua compagna, e Maria Teresa Pellegrino, moglie di Macario. Successivamente fu posto sotto controllo anche il cellulare di Maurizio Pellegrino, fratello di Teresa e cognato di Mariniello. Il 10 gennaio 2016 fu registrata una conversazione con Vincenzo Del Grande (altro cognato di Macario Mariniello), il quale faceva riferimento alla «scadenza di alcuni effetti d’interesse di Mariniello», e contemporaneamente lo rasserenava dicendo che il giorno dopo si sarebbe attivato personalmente per risolvere la situazione. Per tutta risposta, Mariniello lo rimproverava per l’eccessivo ritardo, chiedendo inoltre di non parlare a telefono. Altra conversazione chiave, quella dell’11 febbraio: Del Grande ricevette la telefonata di Maurizio Mariniello, intenzionato a fissare un incontro, e gli rispose che «l’appuntamento “per quella cosa” era fissato per il giorno successivo, specificando che “quello” non gli aveva fatto ancora sapere se sarebbe venuto “oggi o domani”».
Il tutto è riconducibile al gruppo scoperto dagli inquirenti nel corso degli ultimi due anni e guidato da Macario Mariniello, ex affiliato di nuova camorra organizzata e nuova famiglia. Il clan era dedito all’usura tramite il prestito, nel corso degli anni, di cospicue somme di denaro a carico di diversi sog- getti (soprattutto imprenditori e commercianti che venivano finanziati con somme che andavano da 5mila a 25mila euro), con tassi d’interesse elevatissimi. Per recuperare il dovuto, i componenti del gruppo non esitavano a fare uso anche della violenza. Il tasso annuo dello strozzo poteva impennarsi fino all’800%.