Ercolano. Una nuova tegola si abbatte sulla classe politica della città degli Scavi. Non bastasse l’inchiesta su appalti e tangenti capace di travolgere la precedente amministrazione comunale guidata dal sindaco Vincenzo Strazzullo – a rischio processo insieme a diversi ex assessori, tecnici comunali e imprenditori – l’ente di corso Resina si trova ora a fronteggiare un’indagine della Corte dei Conti della Campania relativa a una presunta illegittima stipulazione di contratto di somministrazione di energia elettrica. Un «errore» capace di arrecare, secondo la tesi del vice-procuratore regionale Marco Catalano, un danno patrimoniale di 250.000 euro al Comune.
Gli inviti a dedurre
Sotto i riflettori della Corte dei Conti della Campania, in particolare, sono sei componenti della giunta comunale targata Nino Daniele. Insieme all’ex sindaco – in carica dal 2005 al 2010, anno in cui fu eletto il suo successore Vincenzo Strazzullo – sono stati raggiunti da inviti a dedurre cinque ex assessori: Antonio Cozzolino, Ciro Iengo, Ferdinando Pirone, Francesco Torello e Pasquale Vitiello. Chiamati a «fare luce» sulla questione del contratto stipulato con la società Beghelli Servizi, poi, il segretario generale Franca Florenzano e il sottoscrittore del contratto Antonio Sada.
La denuncia e le indagini
Tutto nasce da una segnalazione dell’architetto Ciro Sannino – dipendente del Comune di Ercolano – in merito a un presunto danno erariale per una transazione con la società Beghelli Servizi, con cui l’ente di corso Resina aveva stipulato il 20 aprile del 2009 un contratto per il servizio integrato di illuminazione a risparmio energetico. La durata del contratto era stata inizialmente stabilita in 11 anni, successivamente «allungata» a 13 anni con l’inserimento di ulteriori edifici. Nel frattempo, tuttavia, l’ufficio tecnico del Comune ometteva di pagare le fatture emesse «nella convinzione che nulla fosse dovuto dall’ente – sottolinea il vice-procuratore regionale Marco Catalano – stante la natura di contratto a costo zero». Una convinzione completamente sbagliata, al punto da convincere la Beghelli Servizi a notificare – a settembre del 2013 – il decreto ingiuntivo con cui il tribunale di Bologna aveva condannato il Comune a pagare la bellezza di un milione e duecentomila euro alla stessa società fornitrice di energia elettrica. Un provvedimento impugnato dall’ente di corso Resina e successivamente bocciato dal giudice dell’opposizione: così – in base a un parere legale espresso dall’avvocato difensore del Comune – la giunta comunale targata Vincenzo Strazzullo annullò in autotutela, il 29 novembre del 2013, la delibera alla base del contratto con la Beghelli Servizi e successivamente propose un’ipotesi di transazione da 500.000 euro da pagare in tre rate annuali. Rate successivamente tutte versate dall’ente di corso Resina.
Le accuse della corte dei conti
Secondo la ricostruzione del vice-procuratore regionale Marco Catalano sarebbe «incontestabile come, durante il periodo di vigenza della convenzione, il Comune di Ercolano abbia ricevuto un vantaggio dato dalla effettuazione del servizio di illuminazione e dalla sostituzione delle lampadine». Pertanto, secondo i conti della corte dei conti, l’effettivo danno erariale – sottratti gli effettivi benefici per l’ente di corso Resina, consistiti nella sostituzione dell’intero corpo luci – può essere stimato in 250.000 euro. Una somma «contestata» in larga parte – l’80%, ovvero 200.000 euro – all’assessore proponente della delibera e al sottoscrittore del contratto e per il restante 20% ai partecipanti alla seduta di giunta in cui venne approvata la convenzione. A cui adesso restano meno di 45 giorni per provare a smontare il castello accusatorio costruito dal vice-procuratore generale Marco Catalano e per provare a scongiurare il rischio di mettere mano al proprio portafogli per ripagare il Comune di Ercolano del danno erariale provocato dalla stipula del contratto con la Beghelli Servizi.