Castellammare di Stabia Raffaele Imperiale consentì alla guardia di finanza e alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli di ritrovare i due Van Gogh nascosti nella villa di famiglia, nel rione Ponte Persica a Castellammare. E’ il retroscena che emerge a distanza di due anni da quel sequestro che permise alle forze dell’ordine di restituire al Van Gogh Museum di Amsterdam due capolavori di valore inestimabile.
La rivelazione spunta fuori dalla requisitoria del sostituto procuratore generale della Corte d’Appello di Napoli, che ha chiesto di dimezzare la pena di 18 anni di reclusione inflitta in primo grado al super narcos di Castellammare.
I Van Gogh
E’ il 7 dicembre 2002 quando due ladri olandesi s’introducono nel Van Gogh Museum e riescono a portare via “La spiaggia di Scheveningen”, del 1882, e “L’uscita dalla chiesa protestante di Nuenen”, del 1884. I ladri cercano un acquirente e all’inizio del 2003 si rivolgono a Raffaele Imperiale, che all’epoca era considerato semplicemente il gestore del Rockland Coffeeshop. Una delle tante caffetterie dove consumare droghe leggere nel centro di Amsterdam. Il super narcos di Castellammare fiuta l’affare e li acquista per 300mila euro.
Per qualche anno si perdono le tracce dei capolavori di Van Gogh, ma le indagini hanno un nuovo impulso a sorpresa nel 2007. All’Hotel Tamanaco di Caracas è in corso un summit tra un cartello venezuelano del narcotraffico, alcuni criminali olandesi ed esponenti della camorra. L’incontro è seguito e intercettato dagli investigatori della Dea, l’agenzia federale antidroga degli Stati Uniti. Durante la trattativa, la camorra propone ai venezuelani di pagare una parte della cocaina con due Van Gogh e un Rembrandt. Tele d’inestimabile valore. E’ in quel momento che gli investigatori scoprono che i quadri sono in possesso della camorra e le indagini si concentrano sul clan Amato-Pagano. Gli 007 cercano di ricostruire i rapporti tra gli Scissionisti di Scampia e l’Olanda. L’inchiesta sul narcotraffico internazionale mette in evidenza il ruolo di Rick van der Bunt, conosciuto come “il Biondo”, che viene ucciso a Madrid nel febbraio del 2008 davanti a un ristorante, mentre festeggia la sua scarcerazione. L’ipotesi investigativa è che sia stato ammazzato, per timore che potesse collaborare con la giustizia. Sta di fatto che da Rick van der Bunt si risale a Raffaele Imperiale, che per lungo tempo avrebbe fatto affari proprio con il narcotrafficante olandese. Il nome dello stabiese però spunta ufficialmente fuori solo nel 2010, quando il pentito Biagio Esposito rivela che “Lelluccio Ferrarelle” così è soprannominato Imperiale – ha rifornito di cocaina, per molti anni, il clan degli Scissionisti. Proprio quell’anno il generale dei carabinieri Giovanni Nistri si lascia sfuggire: «I Van Gogh sono in mano alla camorra».
Il ritrovamento
E’ il 30 settembre 2016 quando la guardia di finanza annuncia che nel corso di un blitz in una villa alla periferia di Castellammare, sono state ritrovate le due tele di Van Gogh, rubate Amsterdam nel 2002. Una notizia incredibile, che fa il giro del mondo. Oggi a distanza di due anni spunta fuori che Imperiale fu determinante per il recupero dei Van Gogh e quella collaborazione va “premiata” con uno sconto di pena da 18 a 9 anni e mezzo di reclusione.