Torre del Greco. Prima tutti davanti alla tv per trascinare il Napoli allo scudetto, poi tutti intorno al tavolo per ufficializzare la candidatura a sindaco di Giovanni Palomba. E’ il programma della «domenica bestiale» organizzata all’ombra del Vesuvio dallo storico figlioccio della Democrazia Cristiana, pronto a rompere gli indugi e a spezzare gli equilibri all’interno del centrosinistra.
Lo strappo con gli alleati
A 48 ore dalla riunione-flop in casa del Pd – l’interpartitico si è chiuso senza alcuna decisione, con i tre aspiranti alla leadership della coalizione fermi sulle rispettive posizioni – l’ex capogruppo del Nuovo Centrodestra in consiglio comunale si è deciso a spingere con il piede sull’acceleratore per non rischiare di perdere tutti gli scontenti dell’ex sindaco Ciro Borriello radunati nel fortino di via Monsignor Felice Romano già a partire dal settembre del 2017. Proprio le pressioni degli ex fedelissimi del chirurgo plastico di via del Monte – a partire dal politico-ultrà Pasquale Brancaccio per finire al «soldato» Luigi Caldarola, passando per il camaleonte Ciro Picccirillo – sono state decisive per arrivare allo strappo: «Se non viene ufficializzata la discesa in campo entro domenica sera, ci riterremo liberi da qualsiasi impegno», l’ultimatum di Pasquale Brancaccio, portavoce del trittico di ex consiglieri comunali completato da Ciro Guida e Carmine Gentile. Un ultimatum capace di convincere il mobiliere con la passione per la politica a dire addio all’idea di una grande alleanza con il Pd e a partire in solitario per centrare l’obiettivo minimo del ballottaggio.
La fuga dei Casillos
Un obiettivo a cui guarderebbero con interesse gli esponenti del Pd di riferimento del consigliere regionale Mario Casillo. La decisione di puntare su Lorenzo Porzio – complice la ritirata strategica di Luigi Mennella, in odore di benservito-bis dopo il «piattino» del 2012 – avrebbe convinto i vari Massimo Cirillo, Clelia Gorga e Antonio Cennamo a guardare con interesse alla corazzata di liste civiche messe in piedi da Giovanni Palomba. Un interesse destinato a crescere se, come sembra certo, la «domenica bestiale» tra calcio e politica all’ombra del Vesuvio si dovesse concludere con l’ufficializzazione della candidatura a sindaco dello storico figlioccio della Dc.