In tre rate annuali, a Natale, a Pasqua e a Ferragosto, un imprenditore dell’agro sarnese-nocerino avrebbe dovuto pagare 9mila euro alle sei persone arrestate, stamani, dai carabinieri nell’ambito di un’inchiesta della procura distrettuale antimafia di Salerno. Le richieste estorsive, concentrate nell’area di Scafati, erano destinate ‘ai carcerati’. E’ questo uno dei tre tentativi di estorsione messi in atto dagli arrestati, che per ‘convincere’ le vittime a saldare ricordava la loro l’appartenenza al clan Matrone di Scafati, e si serviva di armi e materiale esplosivo. “Vere bombe, con mezzo chilo di polvere”, spiega il pm salernitano Giancarlo Russo, uno dei titolari dell’indagine insieme con Silvio Marco Guarriello. L’attivita’ investigativa dei militari dell’Arma del reparto territoriale di Nocera Inferiore e’ cominciata nel giugno dello scorso anno, dopo l’esplosione di alcuni ordigni artigianali per danneggiare attivita’ commerciali scafatesi. Al momento, ai sei indagati, 4 dei quali finiti in carcere e altri 2 ai domiciliari, sono contestati 3 tentativi di estorsione avvenuti tra i mesi di agosto e dicembre del 2017, reati in materia di armi e stupefacenti, danneggiamento e ricettazione. Il tutto, aggravato dall’aver agito con metodo mafioso per agevolare il clan di appartenenza. Tra gli arrestati, spiccano i nomi del 44enne Giuseppe Buonocore e del 70enne Vincenzo Nappo. Il primo e’ genero del boss Francesco Matrone, attualmente detenuto nel carcere di Milano Opera; il secondo e’ ritenuto dagli inquirenti vicino al capoclan da tempo. Secondo l’impianto accusatorio, condiviso con il gip che ha firmato l’ordinanza, il mandante degli attentati sarebbe Buonocore. Gli esecutori, invece, sono tutti giovanissimi al di sotto dei 25 anni. Il procuratore della Repubblica di Salerno, Corrado Lembo, sottolinea la disponibilita’ del clan di un “tesoretto criminale di esplosivi ad alto potenziale”. In poco meno di un anno di attivita’, sono state sequestrate armi da sparo, ordigni esplosivi e un chilo di droga. Stamani, i 200 carabinieri in azione hanno rinvenuto, inoltre, una pistola e 15mila euro in contanti. Oltre ai sei destinatari della misura cautelare, risultano indagate altre 27 persone, che hanno ricevuto perquisizioni domiciliari e che sarebbero coinvolti, a vario titolo, nella vicenda.
Scafati
9 maggio 2018
Camorra: estorsioni nel Salernitano, ‘pizzo’ per evitare bombe