Scafati – E’ durato circa tre ore il faccia a faccia tra gli imputati nel processo sul voto di scambio a Scafati (mancava solo Roberto Barchiesi) e il teste della Procura Antimafia Lello Lupo, tenutosi ieri mattina nell’aula B della Corte d’Appello di Salerno davanti al gup Emiliana Ascoli. Dopo una serie di eccezioni sollevate dal collegio difensivo e respinte dal giudice, l’imprenditore ha ripercorso tutti i suoi rapporti nell’ambito delle elezioni 2013 con gli elementi del clan Ridosso Loreto spiegando che- in virtù dell’amicizia con Luigi Ridosso- presentò lui stesso Andrea Ridosso all’allora sindaco di Scafati per una candidatura. Ma Aliberti rispose picche dicendo che non era il caso con il cognome che portava il giovane laureato della famiglia Ridosso. E così si confluì sul nome di Roberto Barchiesi, all’epoca zio di Alfonso Loreto. Lello Lupo ha rimarcato quanto da lui dichiarato all’Antimafia nel corso delle sue deposizioni. «Aliberti, che si presentava per ottenere la conferma a sindaco di Scafati- ha spiegato l’ex consigliere comunale ed ispiratore della lista “Grande Scafati” presentatasi nel 2013 nel corso dell’incidente probatorio- incontrò Luigi e Gennaro Ridosso ma non ricordo se c’era anche Alfonso Loreto e in cambio di un sostegno elettorale si impegnò a far ottenere ad Andrea Ridosso (figlio di Salvatore ucciso in un agguato di camorra, ndr) un incarico presso il piano di Zona». Ma Lupo ha anche parlato di come nel 2015 aveva sentito da Pasquale Coppola (candidato alla Regione per l’Udc in contrapposizione politica con Monica Paolino) che l’ex presidente del consiglio comunale gli aveva riferito del comizio alle palazzine di Mariconda organizzato da Alfonso Loreto. Al faccia a faccia erano presenti l’ex sindaco di Scafati (assistito dai nuovi avvocati Gennaro Lepore e Giuseppe Pepe), la moglie Monica Paolino, Nello Maurizio Aliberti fratello dell’ex sindaco, e Giovanni Cozzolino staffista di Aliberti. Proprio i nuovi avvocati di Pasquale Aliberti hanno chiesto sette giorni di tempo per preparare il controesame con Lello Lupo (il quale ha detto anche del favore che Luigi Ridosso gli ha fatto tramite un altro imprenditore) dopo la lettura degli atti. Se ne parlerà il prossimo 23 maggio quando , oltre a Lupo, ci sarà anche un altro testimone a raccontare quanto accaduto a Scafati negli anni finiti nel mirino dell’Antimafia: anche in questo caso si parlerà dei presunti rapporti tra il clan Loreto/Ridosso e l’ex sindaco di Scafati Pasquale Aliberti, accordo che poi avrebbe agevolato anche la moglie Monica Paolino candidata ed eletta nel 2015 con la lista di Forza Italia e oggi consigliere regionale. L’incidente probatorio è stato chiesto (e ottenuto) dal pubblico ministero Vincenzo Montemurro per cristallizzare le accuse mosse nei confronti degli imputati da quando è nata ’inchiesta Sarastra, era settenbre del 2015. E, quindi, tra sette giorni si tornerà di nuovo davanti al giudice Emiliana Ascoli presso l’aula B della Corte d’Assise del Tribunale di Salerno. Cioè dieci giorni prima del via al processo che partirà a inizio giugno davanti al collegio nocerino.
Scafati
17 maggio 2018
Voto di scambio, Lupo inchioda Pasquale Aliberti