Castellammare di Stabia – «Voteremo scheda bianca». Il PD sceglie di non schierarsi con nessuno dei due contendenti al ballottaggio di domenica 24 giugno. La decisione è giunta al termine dell’assemblea svoltasi giovedì sera nella sede di corso Vittorio Emanuele alla presenza di Luigi Luciani, responsabile degli enti locali PD per la Città Metropolitana di Napoli. Una riunione a cui hanno preso parte Francesco Iovino, l’unico consigliere eletto tra le fila dem, l’ex sindaco Antonio Pannullo e svariati altri esponenti del circolo locale, mentre tra gli assenti spicca il segretario dimissionario Nicola Corrado.Al suo posto, qualora dovessero essere confermate le sue dimissioni, potrebbe essere indicato un traghettatore (il suo vice o il consigliere più anziano), ma la priorità in questa fase è relativa soltanto alla posizione del PD in vista del voto del 24 giugno. No a Cimmino e al centrodestra, dunque, ma ancora più caustica è la posizione assunta nei confronti di Di Martino, stroncato senza mezzi termini dal circolo stabiese del PD. «Non potremmo mai dare consenso ad un campo, il centrodestra, distinto e distante dal PD sul dato valoriale ed identitario. Alcuni temi, in primis la solidarietà e il tema dell’accoglienza, sono dirimenti rispetto ad una visione della società e, perché no, di prospettiva per la città» spiegano i dem, giustificando la scelta di non sposare la causa di Gaetano Cimmino, con riferimento alla volontà di quest’ultimo di cancellare l’adesione allo Sprar.Ma per Andrea Di Martino, autoesclusosi dal PD per sposare la causa del grande centro, la bocciatura è decisamente più netta. «Non possiamo solo immaginaredi votare il partito dello scioglimento e della liquidazione di un’esperienza amministrativa che vede in Andrea Di Martino il suo alfiere. L’ipocrisia del “senza padrini e senza padroni” di chi nella vita è stato un “consumatore sistematico” di politica è veramente insostenibile. – spiega il PD – È paradossale e quantomeno sinonimo di inaffidabilità coluiche espressione fino all’ultimo secondo del PD sia statofolgorato sulla strada del “sano” civismo. Che poi di civismo ve ne è poco o nulla. Liste familistiche e padronali di chi ha consumato un atto di disprezzo verso la città abusando in maniera subdola della facoltà di sciogliere il consiglio comunale in uno studio notarile».Non manca, tra l’altro, un accenno alle schede fotografate al Cicerone, «episodi consumati il giorno delle elezioni, che lasciano un cono d’ombra sulla liceità dell’esercizio del voto. Il reiterarsi di fenomeni di compravendita del voto è un atto di inciviltà politica, prima ancora che un reato. L’opportunità politica avrebbe preteso un netta di condanna di certe pratiche, ma purtroppo abbiamo assistito solo ad equilibrismi dialettici che hanno lasciati intatti i dubbi e le perplessità circa l’ipotesi di compravendita del voto».PD all’opposizione, dunque, ma in attesa di ricostruire sé stesso, opta per un atteggiamento neutrale al ballottaggio, invitando i cittadini a recarsi alle urne e a non votare.
CRONACA, politica
16 giugno 2018
Castellammare: ballottaggio, vendetta Pd «Voteremo scheda bianca»