Scafati – Almeno per una trentina di aziende, finite nel mirino della Dda per la questione appalti a Scafati, sarebbe scattata la black list da parte della commissione straodinaria di Palazzo Mayer retta dal prefetto Giorgio Manari. Ditte che, coinvolte nel doppio filone tra Salerno e Napoli (la vicenda dei casalesi), sarebbero state escluse in quando già in rapporti con l’amministrazione guidata da Pasquale Aliberti e finite nel mirino della Procura Antimafia. Lo hanno stabilito proprio gli esponenti dell’Ente tracciando nuove indicazioni che prevedono l’esclusione a monte di quelle che ditte, tra cui molte vicine alla cosca di Casal di Principe, i cui nomi furono forniti dal collaboratore di giustizia originario di Trentola Ducenta Luigi Cassandra. L’obiettivo dei commissari è evitare che aziende finite nel fascicolo dei pubblici ministeri Vincenzo Montemurro e Luca Masini possano tornare ad avere rapporti con Palazzo Mayer. Ogni settore è costantemente monitorato dalla triade con particolare attenzione sui rifiuti, la guardiania e la videosorveglianza sul territorio comunale, ambiti più volte tirati in ballo anche nella relazione redatta dalla prefettura di Salerno e che ha portato al commissariamento dell’ente, da qualche settimana prorogato fino alla prossima primavera. Lo stesso sistema si sta attuando all’Acse, la partecipata del Comune, con il manager Daniele Meriani, presidente del Consiglio d’amministrazione, che ha trasferito le direttive del commissario Giorgio Manari ai dipendenti dell’azienda in house e su questo ambito un’anticipazione del nuovo metodo è stato attuato con l’appalto per la gestione dei parcheggi, internalizzato e non più affidato a ditte esterne specializzate nel settore. La “black list” è stata creata per tenere sotto controllo soprattutto gli affidamenti dei 40mila euro che possono essere autorizzati direttamentesenza passare al vaglio di una gara indetta pubblicamente. E’ proprio questa la fetta del capitolo più grande finita alla Direzione distrettuale antimafia di Salerno in merito alla gestione delle finanze pubbliche scafatesi, suscitando anche l’interesse dell’Autorità anticorruzione e della Corte dei Conti. Il “decalogo” voluto dal commissario a Scafati si sta andando ad affiancare le procedure ufficiali previste dal Codice degli Appalti attualmente in vigore, che prevede la consegna del certificato Antimafia per ogni azienda che acquisisce un appalto dalla pubblica amministrazione. Ad accendere i riflettori sugli appalti in città fu proprio il collaboratore di giustizia di Trentola Ducenta in un interrogatorio in Procura.. A Scafati, secondo il pentito Luigi Cassandra, le ditte provenienti dal Casertano ( avrebberoavuto accesso facile per l’aggiudicazione degli appalti. Merito anche di un sistema ben collaudato, che riusciva a superare ogni tipo di problema. In pratica, i casalesi tenevano buoni anche i clan della città, vogliosi di mettere le mani sui profitti derivanti dagli appalti. Quando sorgevano degli intoppi a intervenire era, secondo Cassandra, Michele Zagaria in persona. Affrontava ogni questione perché temeva che i clan locali avrebbero potuto creare problemi alle aziende a lui collegate. Ora, tra società legate ai casalesi e quelle che hanno avuto a che fare con l’ex sindaco e la sua giunta, Palazzo Mayer ha deciso di chiudere definitivamente i conti con il passato.
CRONACA, Scafati
16 giugno 2018
Scafati: Appalti a ditte dall’ex Giunta. La black list di Palazzo Mayer