Torre del Greco. In pubblico «predica» pace e serenità, a dispetto della snervante attesa per il varo della sua giunta comunale. Ma in privato, all’interno delle stanze in cui si riunisce con gli alleati della coalizione, il sindaco Giovanni Palomba non nasconde il suo nervosismo. Al punto da arrivare allo scontro diretto con Alfonso Ascione, il pomo della discordia per l’ufficializzazione dell’esecutivo cittadino. Perché i giochi sono praticamente fatti, resta un’unica casella vuota per completare l’intricato puzzle di desiderata e compromessi.
L’assessore indagato
Sul nome di Alfonso Ascione – riferimento della lista civica Insieme per la città, rappresentata in consiglio comunale da Carmela Pomposo e Simone Gramegna – si è alzato il muro della coalizione, pronta a fare rispettare la «regola delle quattro donne». Una regola suggerita in corso d’opera direttamente dal primo cittadino per provare a superare i contrasti sulle indicazioni maschili. Così in rapida successione sono spuntati fuori i nomi di Luisa Refuto – anonima candidata della super-lista Il Cittadino, capace di raggranellare solo 145 preferenze – Annarita Ottaviano e Anna Pizzo. Quando tutto sembrava andare nella direzione giusta, poi, la notifica di una proroga delle indagini a Vincenzo Sannino – l’ingegnere di area Pd destinato a ricoprire il ruolo di assessore ai lavori pubblici – ha rimesso in discussione la quadratura del cerchio. Davanti ai mugugni degli alleati sull’opportunità di nominare un tecnico indagato all’interno dell’esecutivo, Giovanni Palomba si è scoperto «garantista» e si è affrettato a difendere l’ex dirigente ai lavori pubblici del Comune. Una presa di posizione capace di fare alzare il livello della tensione fino alla provocazione – arrivata durante un’infuocata riunione degli esponenti della carovana del buongoverno – lanciata da Alfonso Ascione: «Preferisci un indagato a me?», le parole capaci di toccare un nervo evidentemente scoperto di Giovanni Palomba. Pronto a lasciare il tavolo e gli alleati, in attesa di un elenco di nomi e deleghe.
La giunta zoppa
Elenco puntualmente arrivato, ma con la casella di Insieme per la città malinconicamente vuota. A oggi sono «solo» sei gli assessori in pectore, con il nome di Vincenzo Sannino capace di resistere all’ennesima bufera giudiziaria arrivata su palazzo Baronale. All’interno del foglio consegnato al primo cittadino c’è pure un abbozzo di distribuzione delle deleghe. Alla debuttante Luisa Refuto – avvocato di Torre Annunziata indicato da Luigi Caldarola e Iolanda Mennella, partner elettore di mister 1.400 voti Felice Gaglione – spetterebbe il delicato incarico alle politiche sociali, settore storicamente «nevralgico» del Comune. Un accostamento affatto casuale, considerato come in passato la delega alle politiche sociali fosse appannaggio di Donato Capone, ex riferimento politico di Felice Gaglione, già «inserito» all’interno dell’ambiente dell’assistenza sanitaria. Una scelta «benedetta» dal consigliere regionale Loredana Raia, la prima a festeggiare pubblicamente la vittoria al ballottaggio di Giovanni Palomba e vicina al funzionario dell’Asl Napoli 3 Sud. Alle restanti quote rosa – tutte alla prima esperienza in politica – toccherebbero, poi, la delega alle attività produttive e l’incarico alla cultura e agli eventi.
Il rebus del vicesindaco
In pole position resta Gennaro Granato, malgrado le perplessità di buona parte della coalizione. Intanto, ieri mattina, c’è stata la proclamazione degli eletti con una sparuta partecipazione di consiglieri comunali. L’ennesimo, preoccupante, segnale proveniente da una carovana già proiettata verso obiettivi diversi dal solo buongoverno.