Torre del Greco. Sarà un sorteggio a stabilire chi sarà il nuovo «numero due» della quarta città della Campania. E’ l’incredibile trovata del sindaco Giovanni Palomba, pronto a portare fino alle estreme conseguenze il ruolo di Ponzio Pilato ricoperto durante i trenta giorni di trattative per la composizione della giunta destinata a guidare la carovana del buongoverno uscita vincitrice dalle elezioni di giugno. «Sarà sicuramente una donna – l’unica indicazione dello storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio -. Mi riunirò con le quote rosa prima di cominciare il lavoro e sceglieremo il mio braccio destro con uno strumento assolutamente democratico». Una riffa, appunto. Come si trattasse di un premio e non di un importante incarico istituzionale.
Il no alla «vecchia politica»
La singolare decisione sarebbe stata presa all’indomani delle «pressioni» dei rappresentanti della lista civica Ci vuole coraggio per indicare Gennaro Granato, storico fedelissimo dell’ex sottosegretario Gioacchino Alfano: un nome – sponsorizzato da Annalaura Guarino e Vittorio Guarino – sgradito a buona parte della coalizione, perché considerato espressione della «vecchia politica». Di qui, la trovata di puntare tutto su un vicesindaco donna – in scia alla scelta dell’ex sindaco Ciro Borriello di promuovere Romina Stilo – in modo da avere una «giustificazione logica» al secco no a uno dei promotori della scalata di Giovanni Palomba a palazzo Baronale. Una scelta capace di scatenare qualche malumore all’interno della coalizione, preoccupata dall’eccessiva «influenza» del centrosinistra sul mobiliere di via monsignor Felice Romano. D’altronde, fino a oggi, i segnali non mancano: a partire dalla scelta dell’ex vicequestore Pietro De Rosa per finire alla nomina dell’assessore Anna Pizzo – moglie dell’ex consigliere comunale Domenico Sorrentino, riferimento dell’onorevole Nello Formisano – passando alle barricate sul nome di Alfonso Ascione, storico «nemico giurato» di Loredana Raia, il consigliere regionale sceso in strada a festeggiare la vittoria al ballottaggio come se il Pd avesse partecipato alla corsa al voto.
La riffa tra le quote rosa
Stamattina a palazzo Baronale ci sarà la presentazione ufficiale dell’esecutivo: accanto a Pietro De Rosa e a Gennaro Granato, ci sarà l’ingegnere Vincenzo Sannino – ex dirigente comunale ai lavori pubblici – recentemente raggiunto da una proroga di indagini relativa a un’inchiesta per corruzione e abuso d’ufficio in cui risultano indagati l’ex sindaco Ciro Borriello, i vertici della ditta Fratelli Balsamo e tre funzionari dell’ente di palazzo Baronale. Un nome su cui il sindaco Giovanni Palomba si è speso in prima persona, assumendo una posizione garantista sconosciuta in tre anni di opposizione all’ex sindaco. In ogni caso, il sorteggio non interesserà i tre uomini della giunta. In lizza per sedere sulla poltrona da numero due di palazzo Baronale ci saranno Luisa Refuto – avvocato di Torre Annunziata, sostenuta da Luigi Caldarola e Iolanda Mennella della lista civica Il Cittadino – la commercialista Annarita Ottaviano, l’avvocato Anna Pizzo e l’ingegnere Monica Ascione. Proprio la figlia d’arte – 29 anni, erede dell’ex consigliere provinciale, laureata con 110 e lode – avrebbe potuto rappresentare la «soluzione politica» per chiudere le polemiche all’interno della coalizione e regalare una ventata di freschezza a uno schieramento già partito con il freno a mano tirato. Una «soluzione politica» sacrificata sull’altare di un’insolita riffa istituzionale. Perché il sindaco Ponzio Pilato non prende decisioni sulla giunta. A meno che non si tratti di difendere gli assessori indagati prima di mettere piede in municipio