Castellammare di Stabia – Un altro stop per Casa del Fascio. Occorrono nuove verifiche prima di riprendere i lavori per la nuova biblioteca comunale, il cui cantiere è fermo ormai da ben tre anni. L’ok sopraggiunto a metà maggio sembrava aver sbloccato la lunga fase di stallo che aveva contraddistinto i lavori per la realizzazione della biblioteca attraverso i fondi del PIU Europa. Un progetto che si è arenato a seguito del contenzioso avviato tra il Comune di Castellammare di Stabia e l’Ati Valentino, la ditta che deteneva il cantiere fino al momento dell’intoppo che nel 2015 ha interrotto i lavori nell’immobile sito su corso Garibaldi.Fondi a rischioLa dead line, fissata al 31 dicembre 2019, intanto si avvicina inesorabilmente. E il rischio di gettare alle ortiche 5 milioni di euro diventa sempre più concreto. Ma andiamo per ordine. Per far ripartire il cantiere occorre un ulteriore indispensabile step, che potrebbe essere rinviato ancora a causa di una leggerezza del Comune. I criteri applicati per la selezione del collaudatore statico e tecnico-amministrativo dell’ex Casa del Fascio, infatti, non erano conformi alle linee guida dell’Anac, il che ha indotto il dirigente comunale Giovanni Miranda a tornare sui suoi passi e optare per la revoca in autotutela della determina relativa alla procedura di affidamento dell’incarico. Il dirigente con delega all’urbanistica aveva provveduto ad effettuare un affidamento diretto da 39mila euro più Iva, in linea con l’urgenza di dare avvio alle opere di completamento dell’intervento di restyling dell’immobile, da concludere e rendicontare entro il 31 dicembre 2019. In base all’Anac,però, «gli operatori da invitare devono essere individuati sulla base di indagini di mercato o tramite elenchi di operatori economici, nel rispetto di un criterio di rotazione degli inviti», mentre tutto ciò non è accaduto nel corso della selezione del collaudatore. Lo stato di abbandono del cantiere, fermo da ormai 3 anni, ha fatto il resto.Struttura abbandonataÈ necessaria infatti un’ulteriore valutazione sulle opere già eseguite, dato chealcune giunture risultano irrimediabilmente danneggiate. Nel piano interrato, in particolare, molte piastre di ancoraggio delle travi risultano ossidate e i bulloni di ancoraggio ai paramenti murari non sono serrati. L’ossidazione in prossimità delle giunzioni, però, non è l’unica anomalia da monitorare, dato che numerosi appoggi sono stati eseguiti con l’impiego di cunei in legno anziché spessori in acciaio per le unioni delle travi. I lavori, a dire il vero, sono completi all’80%, ma gran parte delle lavorazioni effettuate in passato necessita di essere rifatta da capo a causa dei disagi intercorsi nel periodo di stasi del cantiere. Palazzo Farnese, intanto, ha già versato circa 200mila euro per sorvegliare l’immobile in disuso. E con il passare dei mesi cresce il rischio che il cantiere debba restare fermo ancora a lungo, pregiudicando le probabilità di consegnare alla città una nuova biblioteca comunale e mettendo a repentaglio i fondi europei per un importo di ben 5 milioni di euro.
Castellammare
9 agosto 2018
Castellammare: Palazzo del Fascio ancora uno stop. A rischio 5 milioni