Da anni invoca pietà, rinchiuso nella sua cella di 10 metri quadrati nel braccio di massima sicurezza dei penitenziari di mezz’Italia. Ma per il tribunale di sorveglianza di Roma e per i giudici che lo hanno avuto di fronte è ancora un camorrista pericoloso. Uno degli uomini di punta della “santa alleanza” tra i fransuà della Provolera e i Gionta di Palazzo Fienga. E’ la storia di Giuseppe Chierchia, 52 anni di cui una parte vissuti nell’inferno del carcere duro. Parente Michele Chierchia, boss legato anche al clan Birra-Iacomino di Ercolano, è rinchiuso al temutissimo 41 bis da anni. E per i giudici deve restarci per scontare la condanna definitiva incassata nel 2015 per spaccio di droga nell’ambito del mega-processo nato dall’inchiesta “Alta Marea”, il blitz che nel 2008 ha portato a 70 arresti mettendo al tappeto i vertici della criminalità organizzata a Fortapàsc.
CRONACA, Torre Annunziata
13 agosto 2018
Torre Annunziata. Michele Chierchia ancora pericoloso, il boss resta al 41 bis