Riceverà l’ultimo saluto da parte dei familiari – il fratello, i figli, le figlie, i generi, le nuore e i tanti nipoti e pronipoti – come una persona qualunque, nella chiesa di Sant’Antonio a Casola, questa mattina alle 9. Ma Catello Cuomo, alias “Zi Catiello ‘o caniello”, scomparso ieri all’età di 86 anni, per tanti anni non è stato una persona qualunque. Per molto tempo, soprattutto nei periodi più caldi dal punto di vista criminale, a cavallo tra gli Ottanta e i Novanta, quelli della sanguinosa guerra di camorra tra il clan D’Alessandro e i “ribelli” guidati da Mario Umberto Imparato, il suo nome veniva accostato a quello del boss di Scanzano Michele D’Alessandro, di cui era considerato un fidato “luogotenente”, in grado di dettare legge a Casola. Ipotesi, quella degli inquirenti, che – è bene chiarirlo – non è mai stata suffragata da alcuna condanna per associazione a delinquere di stampo camorristico a carico di Cuomo. Nonostante diverse indagini e denunce a suo carico, tutte comunque molto datate nel tempo.
CRONACA, Monti Lattari
14 agosto 2018
Morto Catello Cuomo alias ‘o caniello, era il ras di Casola