Torre del Greco. Un’associazione dedicata ai quattro martiri del ponte Morandi a Genova per tenere sempre alta l’attenzione sulla questione sicurezza in strada e conservare sempre vivo il ricordo dei quattro amici rimasti uccisi in Liguria. Alla vigilia della fiaccolata tra i «luoghi della memoria» di Matteo, Giovanni, Antonio e Gerardo – partenza in via Enrico De Nicola e arrivo a piazzale Nassiriya, passando per il quartiere di Cappella Bianchini – il fratello dell’aspirante rocker rompe il silenzio e lancia un’iniziativa per sensibilizzare le istituzioni locali e non solo. A 72 ore dallo struggente post pubblicato su Facebook da Leri Bertonati – un inno all’amore capace di commuovere il web – Salvatore Bertonati, semplicemente Sappi per gli amici, sogna la nascita di un’associazione incaricata di monitorare lo «stato di salute» delle strade e frenare nuove stragi.
Dolore insopportabile
È scosso e turbato, Sappi. A soli 22 anni si è visto crollare il mondo addosso, si è trovato in un incubo insopportabile per chi – già in tenerissima età – aveva dovuto sopportare, due anni fa, la scomparsa del papà. Matteo – il «fratellone» sempre sorridente e disponibile – era diventato il suo punto di riferimento, lo scoglio a cui aggrapparsi in ogni momento di difficoltà. In fondo a un cuore lacerato dal dolore, Sappi ha trovato lentamente il coraggio di reagire. Prima attraverso l’organizzazione di una fiaccolata – concordata con l’amministrazione comunale, la polizia municipale, la polizia e i carabinieri – e poi attraverso l’idea di un’associazione dedicata ai quattro martiri del ponte Morandi a Genova. La fiaccolata – l’obiettivo della famiglia di Matteo Bertonati – servirà per non dimenticare i quattro amici e tenere accesi i riflettori sull’omicidio di Stato in Liguria. «Ma una volta spente le fiaccole, la disgrazia costata la vita a quattro giovani tra i 26 anni e i 29 anni non dovrà essere accantonata», l’obiettivo di Sappi.
L’idea salva-vite
«Vorrei formare un’associazione in ricordo di Matteo e dei suoi amici, un’associazione in grado di fare da tramite con le istituzione e gli organi preposti alla sicurezza in strada – spiega Salvatore Bertonati -. Spero di riuscire a portare avanti il progetto, perché nessuno si ritrovi a versare lacrime per simili tragedie. E vorrei cominciare proprio dalla mia città, Torre del Greco, in passato teatro di diversi incidenti mortali. Vorrei vedere maggiore attenzione alla segnaletica orizzontale, qualche semaforo agli incroci pericolosi, strisce pedonali visibili a tutela dei passanti. Insomma, maggiore sicurezza». Il sogno di un ragazzino costretto a diventare uomo in pochi secondi, il tempo del volo della Volkswagen Golf su cui viaggiavano i quattro amici diretti a Nizza. «Sono sicuro che, come già successo per l’idea della fiaccolata, la proposta di un’associazione in ricordo delle quattro vittime di Torre del Greco morte a Genova troverà il sostegno della comunità – prosegue Sappi -. Così come, prima o poi, ci sarà un monumento funebre in loro ricordo».
Il vuoto incolmabile
Il vuoto lasciato da quel tragico crollo a Torre del Greco brucia sulla pelle di chi ha avuto la fortuna di conoscere Matteo, Giovanni, Gerardo e Antonio. In particolare nei cuori degli amici di sempre che vogliono qualcosa di più per i quattro martiri, proprio come un’associazione, una monumento funebre e la giustizia. Sì, giustizia. Perché, a dispetto della lezione d’amore di Leri Bertonato, la comunità vuole risposte per una catastrofe assurda: «Chi doveva controllare il ponte Morandi, non lo ha fatto – l’accusa di chi è cresciuto insieme ai «ragazzi della Cappella» e sempre insieme a loro inseguiva il sogno di un futuro migliore – Chi lo doveva fare, ora deve pagare per le vite spezzate ai quattro giovani della nostra città e a tutte le restanti vittime del crollo».