Torre Annunziata – Quello stabilito era un vero e proprio tariffario, con percentuali del 10% per ogni sentenza liquidata. Ma se l’avvocato era un ”cliente”abituale, allora poteva avere diritto a una ”promozione”, come nel caso in cui un professionista ha beneficiato di un ”prezzo forfettario” di 700 euro per tre sentenze favorevoli. C’era questo e molto altro dietro il giro di presunte”sentenze pilotate” su incidenti veri e falsi portato a galla dalla Procura di Roma e che ha visto questa mattina la Guardia di Finanza di Torre Annunziata eseguire un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip capitolino a carico di 23 persone, tra le quali spiccano tre giudici di pace, diversi avvocati e periti, un medico e due rappresentanti delle forze dell’ordine, uno dei quali avvicinato da un indagato che -venuto a sapere dell’inchiesta – aveva chiesto la sua intercessione. Recuperati anche circa 30.000 ritenuti provento della condotta illecita. È un terremoto quello che si è abbattuto sull’ufficio del giudice di pace di Torre Annunziata e sul circondario di competenza degli uffici oplontini: in carcere sono finiti tra gli altri i giudici onorari Antonio Iannello e Raffaele Ranieri, numerosi avvocati (c’è anche l’ex consigliere comunale del Pd a Castellammare di Stabia, Rodolfo Ostrifate) e un medico. Ai domiciliari è stato invece posto il terzo giudice coinvolto,Paolo Formicola. Altre cinque persone risultano indagate. Le accuse più pesanti sono a vario titolo di corruzione in atti giudiziari, truffa aggravata e falso. L’inchiesta condotta dalla Procura di Roma e dalla Guardia diFinanza ha fatto emergere un quadro a tinte fosche della condotta giudiziaria all’interno del Giudice di pace di Torre Annunziata, mettendo in risalto come giudici e avvocati fossero in pratica d’accordo, tanto che le indagini – condotte attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, con l’ausilio di riprese catturate da microtelecamere piazzate negli uffici e negli studi degli indagati – hanno portato alla ribalta come in un caso giudice e avvocato si fossero dati appuntamento per scrivere a quattro mani la sentenza e come, durante l’incontro, il legale si fosse rivolto al suo interlocutore per segnalare come ”il mio onorario è troppo alto, non esageriamo altrimenti se ne accorgono”. Le telecamere poste dai finanziari di Torre Annunziata hanno inoltre catturato il momento in cui nel suo studio uno dei giudici coinvolti si vede sventolare sotto al naso una mazzetta:”Scrivi bene” l’ammonimento dell’avvocato videoregistrato. In un’altra circostanza la Finanza ha documentato una sorta di”processione” all’esterno dello studio dello stesso giudice poi arrestato, una fila di persone pronte a corrispondere il compenso in denaro. Sempre lo stesso giudice, infine, distingue le persone perbene da quelle che ”non sanno campare”, ponendo tra queste ultime i soggetti che non rispettavano le scadenze per i pagamenti pattuiti.
”L’ordine degli avvocati di Torre Annunziata rispetta il lavoro della magistratura ed è sempre alla ricerca della verità, e allo stesso tempo è garante dei diritti degli indagati”. Commenta così Gennaro Torrese, presidente dell’ordine degli avvocati diTorre Annunziata, l’arresto di tre giudici di pace in forza all’ufficio oplontino e di alcuni avvocati del foro. ”L’ordine – aggiunge Torrese – è sicuro che le parti, ognuna nelle rispettive posizioni, faranno di tutto per l’affermazione dei principi di verità. E auspichiamo che i colleghi coinvolti nella vicenda alla fine del dibattito processuale possano far emergere la loro totale estraneità alle ipotesi accusatorie”.”Purtroppo è chiaro che non sia un bel momento perché con queste inchieste si mettono in discussione la terzietà e la trasparenza della sistema giudiziario, che coinvolge in questo caso avvocati e giudici di pace. Se dovesse emergere la totale fondatezza di questo malcostume – prosegue il presidente dell’ordine degli avvocati di Torre Annunziata – è bene che si faccia chiarezza, per il bene di tutto il settore”. Infine, Gennaro Torrese annuncia che ”abbiamo già trasmesso gli atti al consiglio distrettuale di disciplina per assumere provvedimenti in garanzia e tutela dell’avvocatura e degli stessi colleghi coinvolti che, per atto dovuto, saranno sospesi dall’esercizio della professione per potersi difendere al meglio”.