Torre del Greco. In superficie, tutto sembra tranquillo. Ma, sott’acqua, le correnti agitate dagli «squali» della maggioranza targata Giovanni Palomba rischiano di provocare un primo tsunami a palazzo Baronale. E a restare vittime del «maremoto politico» potrebbero essere diversi assessori comunali nominati a fine luglio. Perché – in meno di 80 giorni – la carovana del buongoverno non è riuscita a percorrere cento metri, ma è riuscita a stravolgere gli equilibri interni alla coalizione. Con conseguente pressing sul sindaco per ottenere un rimpasto in tempi record.
Gli assessori in bilico
D’altronde, rispetto alla presentazione in pompa magna di fine luglio, la maggioranza ha già «cambiato pelle» in consiglio comunale. Prima Simone Gramegna – il delfino dell’ex politico Salvatore Antifono, oggi dipendente del consorzio Gema a San Giorgio a Cremano – e poi Carmela Pomposo si sono lasciati «affascinare» da Ciro Piccirillo, capogruppo della lista civica La Svolta. Il primo ufficialmente, la seconda attraverso il passaggio al gruppo misto. E sempre al gruppo misto guarda Salvatore Gargiulo, eletto con Dai – la lista civica presentata da Gerardo Guida, ex fedelissimo di Nello Formisano – e ora pronto a passare con l’entourage di riferimento dello stesso Salvatore Antifono. Conseguentemente, al momento, ci sono quattro assessori su sette senza un’adeguata rappresentanza in consiglio comunale: si parte con Pietro De Rosa – l’ex poliziotto scelto direttamente dal sindaco Giovanni Palomba per guidare il delicato settore Nu – per finire a Monica Ascione, inizialmente sostenuta proprio da Carmela Pomposo e Simone Gramegna, entrambi eletti nella lista civica Insieme per la città presentata da Salvatore Vito. Ugualmente in bilico, poi, ci sarebbero l’assessore alla cultura e agli eventi Anna Pizzo – a oggi sostenuta solo da Michele Langella, unico superstite di Dai – e l’assessore alle politiche sociali Luisa Refuto, indicata da Luigi Caldarola e Iolanda Mennella della lista civica Il cittadino. Ma la professoressa dell’istituto comprensivo Enrico De Nicola – eletta in tandem con Felice Gaglione, poi diventato presidente del consiglio comunale – si potrebbe sfilare dopo la pioggia di critiche piovute sulla testa del capo dell’assise. Senza dimenticare, la delicata posizione di Vincenzo Sannino – l’assessore ai lavori pubblici indicato da Pasquale Brancaccio e Stefano Abilitato – su cui pende la spada di Damocle di un’inchiesta giudiziaria.
La frenata del sindaco
Ma a bloccare le fughe in avanti degli alleati è direttamente il sindaco: «I tempi sono cambiati rispetto al passato – ammonisce Giovanni Palomba – Gli assessori sono a lavoro da meno di 80 giorni e, superate le inevitabili difficoltà iniziali, tutti stanno già mettendo in campo una serie di iniziative utili per la città. Dal primo giorno, avevamo stabilito come il primo bilancio sui risultati ottenuti dalla giunta sarebbe stato tracciato a nove mesi dalle nomine. Quindi, non ci saranno rimpasti». Come a dire: sarebbe più semplice cambiare maggioranza – un paio di esponenti dell’opposizione sono già alla finestra – piuttosto che rivoluzionare l’esecutivo e ammettere, implicitamente, di avere sbagliato scelte.