Monica Zimmaro, psicologa e psicoterapeuta, esperta in materia sistemico relazionale: dalla vicenda della ragazzina costretta a rubare 30mila euro per compiacere il suo fidanzatino emerge uno spaccato grave e difficile: gli adolescenti sono spesso troppo soli per affrontare queste vicende?“È facile che in epoca adolescenziale si mettano in atto comportamenti finalizzati a compiacere “l’atro” per ottenere da questo un riconoscimento e questo accade nell’ottica della costruzione dell’identità. C’è da dire che il processo di costruzione dell’identità comincia in famiglia, pertanto sarebbe utile interrogarsi sulla struttura familiare che c’è dietro ad adolescenti talmente “non visti” da far si che ricerchino all’esterno punti di riferimento che possono addirittura spingerli a commettere reato”. Le famiglie sono preoccupate: come si fa a riconoscere i segni del disagio in una vittima di violenze, fisiche o psicologiche?“L’adolescente vittima di violenze è generalmente taciturno, facilmente irritabile, sicuramente mutato nelle abitudini del quotidiano e “assente” psicologicamente. I segnali sono visibilmente invisibili poiché essendo l’adolescenza un’epoca di cambiamenti, spesso si imputa all’età quello che è invece un cambiamento dovuto ad un agente esterno al ragazzo stesso”Nella sua esperienza cosa bisogna fare per avviare un percorso di recupero della vittima?“L’ascolto è la prima di una lunga serie di azioni da compiere perche la vittima torni ad un normale percorso di vita anche considerando che spesso queste sono vicende he durano lungo tempo. Un percorso psicoterapeutico è sicuramente una cura necessaria”.Capita secondo lei che le vittime, a un certo punto, possano sentirsi quasi in colpa per quanto successo? Cioè considerare la vicenda come un proprio errore?“Sicuramente in quanto processo, la crescita può comportare il susseguirsi di stati d’animo differenti. Di conseguenza il senso di colpa può seguire un atto compiuto con finalità di cui non si è pienamente consapevoli”.La legislazione minorile, secondo lei, è adeguata per perseguire questo tipo di reati? “Collaboro con la Procura della Repubblica e il fatto stesso di utilizzare esperti esterni con la finalità di rendere quanto più doviziose le indagini fa ritenere che ci sia una forte volontà di perseguire i colpevoli”.
CRONACA
12 ottobre 2018
Caso baby-orco, la psicologa Zimmaro: “Adolescenti deboli”