Torre del Greco. In campagna elettorale era il «mantra» di Giovanni Palomba: «La nostra prima preoccupazione dovrà essere la gestione dell’ordinario: solo così realizzeremo qualcosa di straordinario», il concetto ripetuto a ogni occasione dal leader della carovana del buongoverno. Pronto, poi, a puntare sempre sullo stesso esempio: «Penso alle erbacce, le strade di Torre del Greco necessitano di un radicale diserbamento – lo spot dello storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio – Sarà il primo intervento della mia amministrazione comunale». Un intervento ordinario, appunto. Ma destinato a costare – numeri alla mano – come un intervento straordinario. Ovviamente, pagato con i soldi dei contribuenti.
Il danno e la beffa
La questione-erbacce era già finita al centro di polemiche e proteste. Perché – espletata una «garetta» da 40.000 euro – la bonifica dei quartieri trasformati in foreste tropicali era andata avanti «a chiamata». Ovvero, a seconda delle indicazioni dei vari consiglieri comunali all’assessore al verde pubblico Gennaro Granato, l’ex autista di Fulvio Martusciello indicato in giunta da Vittorio Guarino e Annalaura Guarino. Una formula capace di scatenare le rimostranze di vari esponenti della maggioranza – a partire dai dissidenti Carmela Pomposo e Salvatore Gargiulo, raggiunti da una valanga di proteste provenienti da via Nazionale e viale Europa – nonché le critiche-social di centinaia di internauti indignati per le mancate bonifiche di decine di rioni di periferia. Non solo: al danno della mancata pulizia estiva – capace di provocare vere e proprie invasioni di topi e insetti – si è aggiunta la beffa del «fulmineo» esaurimento dei fondi inizialmente messi a disposizione dall’amministrazione comunale. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: le criticità «ordinarie» legate alle erbacce sono rimaste irrisolte, mentre 40.000 euro sono volati via dalla casse dell’ente di palazzo Baronale.
Il nuovo progetto
Ma il primo flop non è bastato a scoraggiare i nuovi «signori» del Comune. Anzi. «Se 40.000 euro non sono bastati a garantire la pulizia, proviamo a quintuplicare le spese», deve essere stato il ragionamento dei «pensatori» della carovana del buongoverno per assicurare un servizio in passato garantito attraverso le risorse interne al settore verde pubblico del municipio. Così in un baleno – una velocità fino a oggi sconosciuta alla squadra di governo cittadino uscita vincitrice dal ballottaggio del 24 giugno – l’architetto Giuseppe D’Angelo ha firmato un progetto preliminare relativo a un «accordo quadro finalizzato alla riqualificazione del verde cittadino posto nei parchi, nelle aree pubbliche e lungo le strade comunali» per un importo complessivo di 220.000 euro. In pratica, salvo errori procedurali, a breve potrebbe essere promossa una gara d’appalto per individuare una ditta privata a cui affidare la «continua pulizia da piante infestanti nonché la potatura delle essenze arboree e la manutenzione del verde».
Il poker da 1,5 milioni
Insieme al progetto preliminare per l’accordo quadro relativo alle erbacce «care» al sindaco Giovanni Palomba, sono spuntati fuori ulteriori tre piani – in formula fotocopia – relativi agli interventi di messa in sicurezza delle strade, alla riqualificazione degli immobili comunali e al restyling degli edifici scolastici presenti sul territorio. Il primo prevede un impegno di spesa per il Comune da 561.000 euro, il secondo si attesterà intorno ai 450.000 euro e il terzo «solo» 275.000 euro. Investimenti che – sommati al tesoretto per la bonifica della giungla urbana – porteranno via alle casse dell’ente di palazzo Baronale la bellezza di un milione e mezzo di euro per interventi, appunto, ordinari. Ma con costi decisamente straordinari.