Il diario dei cronisti di Metropolis – Mi chiamo Teresa Palmese, sono laureata in Filologia Moderna e tra una settimana soffierò su 26 candeline. Rappresento con orgoglio il volto più giovane della redazione di Metropolis. Ogni giorno percorro 50 chilometri tra casa e lavoro, rispondo presente a una chiamata che è più di una vocazione, perché raccontare la verità è un obbligo, un dovere, soprattutto per una giovane cronista convinta che il bene possa vincere sul male. Lo credo anche ora, mentre mi emoziono a scrivere queste poche righe. Provo a convincermi che i tagli all’editoria siano un brutto sogno, che la cultura avrà un posto di privilegio nella formazione dei giovani. Per i grillini faccio parte “dei poteri forti da spazzare via”, della “casta”, parola di cui, permettetemi di dire, ho contezza esclusivamente dai libri di storia. Ene vado fiera. Sapetequal è il complimento che porterò per sempre nel cuore? Quello di un lettore. Ero in consiglio comunale, si avvicinò e mi disse: “Ero sicuro fosse lei la giornalista di Metropolis, solo una donna giovane e pura, libera da condizionamenti può scrivere così”. Abbinò a me la parola purezza, e la considerai rivolta a tutti i colleghi.Per magia, tutti i sacrifici, come tornare a casa e non riuscire a incrociare lo sguardo di un genitore o del mio fidanzato, furono cancellati. Caro Di Maio, venga in redazione e tocchi con mano la vita di trincea.
CRONACA, metropolis
26 ottobre 2018
Il diario dei cronisti di Metropolis «Caro Di Maio, venga nella nostra trincea»