NAPOLI – Nel ritiro londinese della Seleçao è arrivato per primo, anticipando perfino il ct Tite che era andato a vedere il derby di Manchester. Basta questo a far capire cosa abbia significato per Allan, ‘polmone’ di centrocampo del Napoli, la prima convocazione in nazionale, ovvero un sogno finalmente realizzato. Per questo, in attesa delle amichevoli del 16 contro l’Uruguay e del 20 con il Camerun, oggi è stato il suo giorno, e lo hanno fatto parlare, anche per presentarsi ai suoi connazionali: dopo l’esperienza nel Vasco, Allan è andato via da più di sette anni e non tutti si ricordavano di lui, prima che l’eco delle sue gesta nel Napoli arrivasse fino in patria, al punto da fargli meritare la convocazione. A convincere Tite è stato il suo assistente Silvinho, ex ‘secondo’ anche di Roberto Mancini, che ha seguito a lungo, e dal vivo, le prestazioni del giocatore del Napoli. “Sto vivendo un sogno – ha detto oggi Allan nel ritiro del Brasile -. Far parte di una nazionale con così tanti campioni è un riconoscimento molto importante di quanto ho fatto finora nella mia carriera. Spero di sfruttare al massimo questa opportunità, e di dimostrare i miei progressi da calciatore. Essere qui oggi mi spinge a migliorare ancora di più”. Se arrivato a vestire l’ ‘amarelinha’ è stato merito di quanto ha messo sul campo, e del calcio italiano. “Dopo sette anni in Italia, fra Udinese e Napoli, sono maturato tantissimo superando anche dei momenti difficili – ha spiegato -. Sono un altro rispetto a quando ho lasciato il Brasile. E adesso provo una grande emozione a essere in questo gruppo di altissimo livello. Negli ultimi tempi a ogni convocazione della Seleçao speravo di far parte della lista, e provavo un grande senso di attesa. Poi rimanevo triste non vedendo il mio nome, però mi dicevo che il Brasile ha tanti giocatori di qualità sparsi per il mondo e che quindi per realizzare il mio sogno avrei dovuto dare ancora di più. Quando finalmente ho visto il mio nome nell’elenco dei convocati, ho festeggiato a lungo con la mia famiglia. Ho realizzato la massima aspirazione di ogni giocatore. Ora spero che sia anche un punto di partenza”. “Sylvinho? L’ho affrontato quando era l’aiutante di Mancini – ha aggiunto -, è un grande e sono felice che mi abbia seguito da vicino. Credo che questo sia il momento migliore della mia carriera, perché ho giocato grandi partite con il Napoli”. Ma è vero che Allan ha ‘rischiato’ di essere convocato dall’Italia? “Ho letto di questa cosa su internet – ha risposto – ma vi garantisco che non ho avuto contatti, e che nessuno della federazione italiana ha mai parlato con me”. Cos’è cambiato rispetto alla scorsa stagione? “Con Sarri – ha spiegato Allan – giocavamo con il 4-3-3 e io facevo l’intermedio di destra. Adesso invece, con Ancelotti, facciamo il 4-4-2 con due mezzali. Ma ciò che davvero conta è dare sempre il massimo, non importa in che ruolo o con quale modulo”. Non poteva mancare un giudizio sui due allenatori che lo hanno fatto diventare il giocatore che è, uno da Seleçao: “Ancelotti è una persona meravigliosa, un allenatore con il quale a ogni calciatore piacerebbe lavorare. E’ intelligente, tranquillo, tenta sempre di aiutarci e senza mai gridare. Il gruppo è tutto dalla sua parte. Sarri è più chiuso e un po’ agitato, ma tutti e due sono persone stupende che mi hanno aiutato tanto”.
SPORT
13 novembre 2018
Calcio: Allan, se gioco nel Brasile devo ringraziare il Napoli