ROMA – Brucia l’alleanza tra Lega e M5s sui roghi tossici ma Luigi Di Maio e Matteo Salvini provano comunque a cercare un equilibrio nella maggioranza su altri temi già in Parlamento per evitare una totale rottura. Per questo motivo i 5 Stelle portano a casa una decisa retromarcia dei leghisti sul condono fiscale e incassano l’apertura del carroccio sulla prossima nomina al vertice della Consob. In attesa della nuova sicura fiammata sulla Tav che vede i due leader decisi a non recedere dalle loro opposte posizioni. Il rischio di un nuovo fronte dei dissidenti M5s sul dl fisco in discussione al Senato, dopo l’allarme lanciato dal senatore Elio Lannutti e dalla presidente della Commissione Finanze della Camera Carla Ruocco sul condono, ha evidentemente pesato sulla decisione di non affilare le armi almeno in Parlamento. Una situazione che ha consentito a Di Maio di soprassedere, al momento, sulle espulsioni dei senatori ribelli in casa M5s. “Ora non cacceremo nessuno, qualcuno se ne andrà da solo” commenta un esponente del Movimento. Sulla nomina Consob, altro tema delicato, il leader della Lega non sembra voler fare barricate contro il nome su cui puntano i 5 Stelle, che continua a restare quello di Marcello Minenna, economista già interno nell’autorità di controllo della Borsa e benvoluto dall’area ortodossa del Movimento. La Lega preferirebbe Antonio Maria Rinaldi, economista euroscettico, vicino a Paolo Savona. Per alcuni esponenti cinque stelle l’accordo sarebbe stato già siglato. Manca solo il via libera del Colle che ancora non si è espresso, in un senso o nell’altro, in attesa di una comunicazione formale sulle intenzioni dell’Esecutivo. Dunque, nessun veto dal Colle, come qualcuno paventa, ma neanche un via libera. Resta il fatto che ancora nessuna comunicazione è stata inoltrata al Presidente che dovrà controfirmare, come sua prerogativa, la nomina del futuro garante dei mercati. Quella su cui Salvini intende mantenere il punto sembra invece essere la questione della Tav. Sulle infrastrutture il Carroccio non intende fare concessioni. Anzi, rilancia. E la battaglia sui termovalorizzatori lo conferma: “gli inceneritori? Li faremo. E ‘senza ceppa’” avverte Salvini, sostenuto, in questo caso anche da Silvio Berlusconi. Ieri sera, prima del vertice di governo, il segretario della Lega ha infatti incontrato il Cavaliere che lo ha incitato a tenere dritta la barra su una serie di punti, e non solo quelli cari alle aziende dell’ex premier. Il Cav lamenta una manovra ancora troppo sbilanciata verso le misure targate M5s e chiede a Salvini garanzie non solo per Mediaset ma anche e soprattutto sulla Tav.
politica
17 novembre 2018
Governo: la Lega apre su Consob e condono, ma rilancia la partita Tav