Torre del Greco. A quattro giorni dall’entrata in vigore dell’ordinanza «salva-Gema» firmata dal sindaco Giovanni Palomba per tamponare l’emergenza rifiuti all’ombra del Vesuvio, gli esponenti della civica Ci vuole coraggio scrivono al primo cittadino e all’assessore all’ambiente Pietro De Rosa per provare a fare piena luce su una serie di dubbi scatenati dal provvedimento con cui viene in pratica cancellato il piano industriale alla base dell’appalto da 46 milioni di euro aggiudicato al consorzio con sede a Pagani. Perché, evidentemente, le scelte del mobiliere di via monsignor Felice Romano – a dispetto dei summit di maggioranza organizzati per fare il punto della crisi Nu – hanno scatenato perplessità non solo tra i cittadini.
I quattro punti chiave
La missiva firmata dal gruppo consiliare di Ci vuole coraggio – inviata per conoscenza al segretario generale Pasquale Incarnato – ruota intorno a quattro interrogativi. In particolare, il sindaco è stato invitato a chiarire perché «il provvedimento del 26 novembre è stato deciso solo alla fine del mese e non in precedenza, quando il sistema di raccolta dei rifiuti stava già mostrando tutte le note deficienze». Non a caso, l’amministrazione comunale aveva deciso la revoca immediata dell’incarico al consorzio Gema e aveva invitato dodici ditte del settore Nu per sostituire i successori dei Fratelli Balsamo. Poi l’improvviso cambio di rotta, a oggi avvolto in un fitto alone di mistero. «Il sindaco deve chiarire – sottolineano Vittorio Guarino, Gaetano Frulio, Annalaura Guarino e Luisa Liguoro – perché non sono state messe in campo tutte le azioni utili a comunicare alla città gli accorgimenti e le rimodulazioni previste dall’ordinanza e perché il consorzio Gema non ha provveduto a indicare sui vari cassoni utilizzati per il conferimento dell’immondizia presso gli ecopunti quale tipo di rifiuto può essere depositato in ogni cassone». Infine, un quesito relativo alla «piaga» degli ingombranti, diventati la vera croce della città del corallo: «Il sindaco deve chiarire – il quarto interrogativo – perché non si è provveduto a liberare gli ecopunti dai cassoni per gli ingombranti, visto che ora dovrebbe essere attivo un numero verde dedicato al servizio».
I costi e le multe
Ma accanto ai legittimi dubbi sulle modalità di svolgimento della raccolta dei rifiuti – in quattro giorni la situazione non è migliorata, anzi – spuntano perplessità su costi e multe. Perché, evidentemente, i conti a palazzo Baronale non quadrano perfettamente. «Chiediamo di sapere – concludono i quattro esponenti della maggioranza – se il consorzio Gema sta seguendo pedissequamente quanto previsto dal capitolato d’appalto e, qualora ciò non accada, se si stanno applicando le dovute sanzioni con l’ausilio degli ispettori Nu». Lampante la finalità del quesito: il dubbio dei consiglieri comunali è legato a un’eventuale riduzione dei costi a carico del consorzio Gema – a partire dalla riduzione dei giorni di raccolta dei rifiuti, abbassati a sei rispetto ai sette previsti dal bando promosso dalla precedente amministrazione comunale – e a una minore incidenza delle sanzioni.
Il nuovo piano industriale
Intanto, il nuovo piano industriale per introdurre il sistema porta a porta all’ombra del Vesuvio – atteso per il 27 novembre, dopo i trionfali annunci del sindaco – resta avvolto in un fitto mistero. Dopo la presentazione, lo stravolgimento «ufficiale» del metodo di raccolta dell’immondizia dovrà essere approvato in giunta e poi in consiglio comunale. Insomma, i tempi della permanenza del consorzio Gema a Torre del Greco si potrebbero ulteriormente allungare.