Un sito di stoccaggio per rifiuti pericolosi e non nel rione Rovigliano. Una nuova opera che sorgerà proprio nel quartiere del sindaco. E’ quanto sorgerà, di qui a qualche mese, in via Bottaro. La notizia spunta fuori dalla convocazione di una conferenza dei servizi che sembra passata in sordina ma che invece ha fatto già storcere il naso ai cittadini che ad accogliere rifiuti nel cuore della città non ci stanno. Come non ci stanno per la realizzazione della seconda foce Sarno e non ci stanno nemmeno per l’ampliamento delle due cisterne che ospiteranno idrocarburi all’interno del porto di Torre Annunziata. La richiesta arriva dalla società Sogeri che già opera a Torre Annunziata e parte da lontano. I vertici della società hanno avviato l’iter da tempo e ora sono quasi allo step finale ma manca il via libera anche del Comune, così la decisione della Regione di convocare la conferenza assieme ad Arpac, Città Metropolitana, Ente idrico Campano e Comune. Il sito che ospiterà rifiuti sorgerà al posto di un vecchio ingrosso ittico e tra le abitazioni ma a pochi passi dalla rete autostradale che consentirebbe così il passaggio di automezzi. Per ora non si conosce la grandezza e la quantità di rifiuti che dovranno essere stoccati in quell’area ma l’idea non piace.
Gli atti
Il primo incontro si è tenuto l’11 novembre. Una conferenza convocata attraverso una richiesta scritta e protocollata il 7 dicembre del 2017 che aveva come oggetto l’istallazione dell’impianto in via Bottaro. A presentare la domanda era stata la società Sogeri srl. L’obiettivo della società quello di ottenere «il rilascio dell’autorizzazione – si legge nel documento – per realizzare ed esercire un impianto di stoccaggio e messa in riserva di rifiuti urbani speciali pericolosi e non pericolosi». L’impianto dovrà sorgere in via Bottaro al civico 1, nel rione di Rovigliano. Un fascicolo nel quale la società inserisce anche una serie di integrazioni, tutte indirizzate a più organi tra i quali compare sempre il Comune di Torre Annunziata. A marzo le integrazioni che erano state richieste vengono depositate negli atti e il 2 luglio la commissione si riunisce e chiede ancora chiarimenti. Una serie di atti mancano e la Regione pretende chiarezza su tutto l’iter fino al 9 ottobre quando l’incartamento sembra finalmente completato. E così il responsabile del procedimento nei giorni scorsi ha deciso di convocare una nuova conferenza dei servizi.
La convocazione
La data è stata fissata per il 16 gennaio del nuovo anno e si svolgerà presso la sala riunioni del dipartimento delle autorizzazioni ambientali e rifiuti che si trova al Centro Direzionale di Napoli. In quell’occasione, come si legge all’interno della convocazione «si procederà ad un contestuale esame degli interessi pubblici coinvolti nel procedimento amministrativo concernente il rilascio dell’autorizzazione unica per la realizzazione dell’impianto di stoccaggio e messa in riserva di rifiuti urbani e speciali pericolosi e non pericolosi». Il responsabile ricorda inoltre l’obbligo per l’amministrazione comunale di Torre Annunziata a partecipare e farlo con un rappresentante che poi in quella seduta possa esprimere «in modo vincolante la volontà dell’amministrazione comunale su tutte le decisioni di competenza». Sempre all’interno della stessa missiva viene anche però precisato che in caso di assenza di un delegato si procederà «all’assenso dell’amministrazione il cui rappresentante all’esito della conferenza non abbia espresso definitivamente la volontà dell’ente rappresentata».
La polemica
Intanto la Regione però ha chiesto anche alla società Sogeri di inviare, ovviamente qualora non lo abbiano ancora fatto, tutti gli atti non solo al Comune ma anche a tutti gli enti coinvolti come l’Arpac, l’ente idrico campano, l’Asl Na 3 Sud e la città Metropolitana. Ma il futuro sito di stoccaggio sembra già far discutere e nel rione c’è chi storce il naso. L’impianto sorgerà nel pieno centro della città, a pochi passi dalla caso comunale di via Provinciale Schiti e a pochi metri da piazza Imbriani. Insomma un’altro schiaffo alla città che invece prova a rilanciare un modello di turismo.
Giovanni Salvati