NAPOLI – “Non se ne può più, anche a Bologna un giocatore di vent’anni l’altro giorno è stato insultato, non ha senso. Il calcio italiano non è cambiato, gli ignoranti e maleducati continuano ad andare negli stadi e per loro serve un corso di educazione, senso civico e rispetto”. Carlo Ancelotti sceglie la cattedra dell’università Vanvitelli di Napoli per ricordare che la battaglia contro il razzismo nel calcio italiano non riguarda solo il Napoli e Koulibaly, ma tutto il movimento, come dimostrato anche dai cori razzisti contro lo juventino Kean in Bologna-Juventus di Coppa Italia. Il tecnico azzurro tiene una lezione sulla gestione del gruppo nel calcio contemporaneo ma, rispondendo a una delle domande dal pubblico universitario, torna sulla battaglia contro il razzismo, replicando anche alle critiche che gli sono state mosse da diverse parti, tra cui il capo della polizia Franco Gabrielli: “Ho sentito dire – afferma – ‘Ancelotti non può decidere di sospendere una partita’, ma forse quando parlo non mi faccio capire. Non ho mai chiesto di sospendere le partite, so bene che se 60.000 persone devono uscire dallo stadio ci sono problemi. Ma in caso di cori razzisti le partite si devono interrompere, si aspetta qualche minuto e poi si riprende. Del resto le gare si interrompono anche per la pioggia, nel 2000 aspettammo due ore prima di tornare in campo per il maltempo”. Il tecnico apprezza l’intenzione espressa dal presidente della Federcalcio Gravina di “semplificare la norma – dice – ma ricordiamoci anche che la norma c’è ed è già applicabile quando c’è un insulto territoriale o razziale e a Milano non è stata applicata. Io ho avuto la fortuna di lavorare all’estero per nove anni e queste cose sono state debellate. E’ una cosa che l’Italia non può, ma deve fare e non è tanto complicata”. Ancelotti risponde su tutto, dalla gestione dello spogliatoio e delle primedonne (“lo sono solo fuori, ma nello spogliatoio sono tutti uguali, anche Cristiano Ronaldo”, dice) fino al mercato e a come si gestisce una stella che vuole andare via: “Lo si manda via”, dice secco e molti pensano alla corte che il Psg fa ad Allan, che Ancelotti però non nomina. Il tecnico, però, è fiducioso nel futuro a breve termine: “Il Napoli – dice – è un gruppo vincente e sono convinto che non c’è da aspettare tanto per vincere. La squadra è forte, la società ha investito bene in questi anni, il gruppo è giovane e sano e la società vuole investire ancora”. La prima vittoria che il pubblico si aspetta è quella di domenica contro la Lazio, Ancelotti dovrà far fronte a diverse assenze ma spera di recuperare Mertens che oggi ha svolto la seduta con il gruppo tranne la partitina finale.
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15 gennaio 2019
Calcio Napoli: Ancelotti, razzismo? Non se ne può più