Una truffa in grande stile, da un milione di euro. Non solo estorsioni, usura, traffico di droga e di armi, la camorra pensava anche ad altri modi per aggirare la legge e riempire le classe del clan D’Alessandro, egemone a Castellammare di Stabia. Come una sorta di tassa su chi faceva le truffe sugli incidenti stradali, ad esempio. C’era uno specialista del settore che ogni mese doveva corrispondere una tangente a Scanzano, in base ai soldi che era riuscito a raggirare alle compagnie assicurative con il classico sistema dei finti sinistri. Ma nel mirino del clan erano finite anche le banche, perché nei primi anni del nuovo millennio, la cosca aveva messo in piedi delle società che commercializzavano in vari settori.
Tiziano Valle
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