Le baby gang sono la “palestra” della nuova camorra. Il campo di addestramento dove viene messa alla prova la ferocia dei boss del futuro. L’età non conta, anzi. Spesso è addirittura un vantaggio. Un’arma che serve per proteggere gli affari illeciti delle cosche dietro l’impunità riconosciuta dalla legge. I soldati di questo nuovo esercito sono bambini. Ragazzini dai 10 ai 15 anni cresciuti a pane e cattiveria nei vicoli della camorra. Quei vicoli dove il sole non batte mai e le strade sembrano sempre chiuse. Succede negli stradoni isolati della periferia di Napoli e nei labirinti cemento della provincia: da Torre Annunziata a Boscoreale, passando per Castellammare di Stabia. Un dato agghiacciante raccontato, in questi mesi, da inchieste, processi e arresti. Un allarme rilanciato, ieri, da chi la camorra la combatte guardandola negli occhi ogni giorno. Come Luigi Rinella, dirigente della Squadra Mobile di Napoli. I poliziotti, per arginare il fenomeno, hanno creato – su input della procura – persino un nucleo speciale per studiare le dinamiche interne alle baby gang.
CRONACA, Torre Annunziata
16 febbraio 2019
Torre Annunziata. Arruolati dai clan a 12 anni: «Non basta punirli, aiutiamoli»