CASERTA – Un sistema di spaccio di droga 2.0, in cui le comunicazioni tra pusher avvengono tramite un sistema di messaggeria criptato e il pagamento del carico avviene in bitcoin. A scoprirlo sono stati i carabinieri della stazione di San Prisco (Caserta), che hanno arrestato su ordine del Gip del Tribunale di Napoli cinque giovani di età compresa tra i 22 e i 28 anni – tre finiti in carcere, due ai domiciliari – indagando anche sei ragazzi minorenni all’epoca dei fatti (2015-2016), cui è stato notificato l’avviso di conclusione indagini emesso dalla Procura presso il Tribunale per i minorenni di Napoli. Secondo la ricostruzione della Dda di Napoli che ha coordinato l’inchiesta, tutti i giovani facevano parte di un’organizzazione ben strutturata che vendeva hashish e marijuana a Santa Maria Capua Vetere, in cui gli assuntori erano giovani coetanei dei pusher. Lo spaccio avveniva fuori alle scuole e dove si incontravano le comitive di studenti. Ma soprattutto il gruppo sfruttava la tecnologia per rendere efficiente e sicuro il sistema di vendita. Il promotore della banda, il 22enne Vladislav Stoica, hanno accertato i carabinieri di San Prisco e della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, comunicava con gli altri associati anche mediante un sistema informatico di messaggeria criptato noto come “Surespot”, e provvedeva in parte all’approvvigionamento dello stupefacente del gruppo attraverso il servizio postale, dopo aver preso accordo con i fornitori che venivano pagati con moneta virtuale, in bitcoin; un metodo che Stoica usava soprattutto per acquistare la marijuana, che spesso arrivava dal Nord Italia da fornitori non ancora individuati. I reati contestati a vario titolo sono l’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e hashish e la detenzione e spaccio di stupefacenti in concorso.
CRONACA
20 febbraio 2019
Droga: ecco lo spaccio 2.0, messaggi criptati e bitcoin