Nessun assegno bancario potrà mai cancellare la ferita che porta sul cuore la sua famiglia. Il sorriso di Fabiano Mazzetti, morto in fabbrica a soli vent’anni per un destino crudele, che appena poche settimane prima gli aveva regalato la felicità di un lavoro stabile, vive soltanto nei ricordi di mamma Marilù, papà Vincenzo, e dei suoi fratelli, Ludovica e Riccardo. Eppure per i dirigenti della società La Doria di Fisciano, la vita del giovane di Pompei ha un prezzo e vale appena 350mila euro. E’ il risarcimento proposto dai legali dei dirigenti dell’azienda nel corso della prima udienza del processo civile, che s’è aperto il 15 febbraio dinanzi al giudice del Tribunale di Nocera Inferiore, dottoressa Gabriella Caporale. Il procedimento vede coinvolti da un lato gli eredi del giovane operaio, Fabiano, figlio dell’attuale consigliere di maggioranza, Vincenzo, nonché noto edicolante di Pompei; dall’altro, i vertici della società coinvolti a vario titolo per omissioni nell’esercizio delle loro mansioni. L’azienda e il suo amministratore, Andrea Ferraioli, che si sono dichiarati non responsabili della morte del giovane di via Aldo Moro, hanno offerto una somma a titolo di risarcimento di appena 350mila euro. Un’offerta quasi offensiva, anzi ritenuta addirittura “vile” dai legali della famiglia di Fabiano – difesi dall’avvocato Dario Bellecca – soprattutto per la giovane età della vittima, che all’epoca dei fatti era appena 20enne. Gli stessi legali hanno quantificato in circa tre milioni di euro il risarcimento del danno parentale, tanatologico e catastrofale. La causa, al fine di trovare un bonario accordo, è stata rinviata a data da destinarsi.
CRONACA, Pompei
20 febbraio 2019
Pompei. Fabiano morì a 20 anni, risarcimento vergogna