Torre del Greco. Un agente di polizia municipale, un operatore tecnico, un messo notificatore e un «semplice» impiegato. Sono i profili dei primi dipendenti comunali pronti a cogliere al volo l’opportunità di «quota cento» voluta dal ministro al lavoro Luigi Di Maio per dire addio agli uffici di palazzo Baronale: la misura varata dal governo gialloverde formata da M5S e Lega entrerà in vigore il prossimo 1 aprile, ma all’ombra del Vesuvio sono già state pubblicate quattro determine dirigenziali con cui vengono approvate le richieste di pensione anticipata presentate da altrettanti lavoratori.
Uffici vuoti in municipio
Un esempio destinato a essere «emulato» da vari colleghi, con il rischio di svuotare ulteriormente l’organico dell’ente di largo Plebiscito: conti alla mano, a oggi sono circa 450 i dipendenti comunali e – salvo assunzioni tramite concorsi, al momento non in cima alla lista delle priorità della squadra di governo cittadino guidata dal sindaco Giovanni Palomba – il numero potrebbe scendere sotto la soglia dei 400 entro il 2021. Il campanello d’allarme è suonato già da tempo. Non a caso, i dati relativi alle pensioni «programmate» sono stati recentemente fotografati dall’ufficio risorse umane guidato dal super-dirigente Domenico Borriello e sono «drammatici» per il futuro del municipio: si parla di 22 collocamenti in quiescenza fino al 2020 e ulteriori 38 a inizio 2021. Sessanta posti in meno a cui aggiungere gli effetti della «finestra» regalata dal governo gialloverde a chi è riuscito a raggiungere la cosiddetta «quota cento»: chi ha compiuto 62 anni di età con 38 anni di contribuzione può decidere di lasciare anticipatamente il proprio lavoro per essere collocato a riposo. Considerata l’età media del personale dell’ente di largo Plebiscito, a breve si potrebbe assistere a una vera e propria «fuga dagli uffici» come confermato dalle code di potenziali pensionati registrate in alcuni Caf incaricati di fare bene i calcoli.
I primi «centenari»
Al momento, l’obiettivo di «quota cento» è stato raggiunto da quattro lavoratori: c’è, dunque, chi andrà in pensione a partire dal primo gennaio 2020 e chi – entrato in municipio in giovanissima età – già il prossimo 31 luglio saluterà i suoi colleghi. Per i restanti due lavoratori, invece, l’ora dei saluti è fissata per il primo settembre. Per fare fronte all’emorragia di dipendenti comunali pronti a salutare gli uffici per rimpinguare le fila dell’esercito di persone a carico dell’Inps, l’amministrazione comunale aveva già avviato – grazie al lavoro dell’ex assessore al personale, Monica Ascione – la trasformazione dei contratti part-time in full-time per otto istruttori tecnici oggi impiegati al 33% nonché di quattro istruttori di vigilanza nella polizia municipale, il cui contratto part-time arriva all’83,35%.
Attesa per Ripam
La soluzione-tampone individuata dall’ex assessore, tuttavia, potrebbe risultare insufficiente a risolvere l’emergenza-organico. Ma – una volta annullati i concorsi dei veleni promossi dalla precedente amministrazione comunale targata Ciro Borriello – l’attuale squadra di governo cittadino non sembra intenzionata a promuovere in tempi brevi bandi per nuove assunzioni presso l’ente di largo Plebiscito, in attesa dell’infornata elettorale del progetto Ripam voluto dalla Regione Campania. Un progetto destinato a diventare operativo alla vigilia del voto del 2020, a cui il sindaco Giovanni Palomba – sollecitato dal consigliere regionale Loredana Raia – non ha mancato di aderire.
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