Torre del Greco. Erano stati già sedotti e abbandonati dagli esponenti del M5S, pronti prima a cavalcare la tigre del fallimento della Deiulemar compagnia di navigazione per conquistare le simpatie delle vittime del «grande crac» all’ombra del Vesuvio e poi veloci a dimenticare le promesse urlate a squarciagola in campagna elettorale. Ora sono stati illusi e traditi dal sindaco Giovanni Palomba, entrato in pompa magna – a fine novembre del 2018 – all’interno del comitato dei creditori dell’ex colosso economico di via Tironi per stare «al fianco dei cittadini truffati, a garanzia dell’intera comunità cittadina». Un impegno finito in soffitta in meno di quattro mesi, durante cui non solo il leader dell’amministrazione comunale – l’ente di palazzo Baronale è un creditore privilegiato, a causa del mancato pagamento delle tasse relative a immobili riconducibili agli armatori-vampiri – non ha «speso» una parola per gli ex obbligazionisti, ma non si è risparmiato l’ennesimo schiaffo all’esercito di vittime reduci da un calvario lungo sette anni.
La richiesta dei risparmiatori
Una volta fissata la data del processo di Cassazione – il prossimo 17 maggio è in programma il terzo grado di giudizio per i responsabili della bancarotta da 800 milioni di euro capace di inguaiare circa 13.000 famiglie – gli ex obbligazionisti hanno messo in moto la macchina organizzativa per l’ultima trasferta a Roma: una consolidata abitudine – portata avanti durante i sei anni giudiziari trascorsi tra il rinvio a giudizio degli armatori-vampiri e la sentenza di secondo grado – per tenere sempre «alta» l’attenzione dei magistrati sulla vicenda. Così, già da qualche settimana i soliti risparmiatori-irriducibili sono scesi in strada per la consueta vendita di biglietti per il noleggio degli autobus: «Dobbiamo fare sentire la nostra voce. è l’ultima udienza, dobbiamo portare la voce di Torre del Greco a Roma», il grido di battaglia degli ex obbligazionisti della Parmalat del mare. Un grido di battaglia capace di fare scattare la «scintilla» tra le vittime degli armatori-vampiri: «Il sindaco è stato inserito nel comitato dei creditori, il Comune è parte lesa nel procedimento giudiziario: il primo cittadino potrebbe sostenere la nostra marcia sulla capitale», l’idea di un gruppo di risparmiatori. Pronti a mettere nero su bianco la propria richiesta all’ente di palazzo Baronale.
Il documento ufficiale
Dopo alcune interlocuzioni informali con il consigliere comunale Carmela Pomposo – la pasionaria nota per avere provato a scavalcare i cancelli dell’ex Deiulemar Shipping per «affrontare» a muso duro Pasquale Della Gatta – e con la segreteria del primo cittadino, i risparmiatori hanno protocollato una missiva per richiedere due autobus da utilizzare per il trasporto delle vittime del «grande crac» a Roma. Raggelante – sebbene, fino a oggi, ufficiosa – la risposta del primo cittadino: «Non posso utilizzare soldi pubblici per l’iniziativa, sarebbe un precedente a cui si potrebbero poi appellare diverse categorie». Inutili le rimostranze degli obbligazionisti: «Si tratta di un evento eccezionale, cruciale per l’intera città: il Comune, peraltro parte in causa, dovrebbe partecipare all’udienza con il gonfalone». Tutto inutile. Dopo le promesse e gli spot, il sindaco si è tirato indietro. Un po’ come già era successo ai grillini.
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