Entro un anno dobbiamo far partire l’ultimo cantiere per il disinquinamento di foce Sarno. Avremmo dunque fatto il miracolo di rendere balneabile il golfo di Napoli e la fascia costiera Vesuviana. Torre Annunziata potrà finalmente rilanciare il suo turismo». E’ la promessa fatta in città dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. L’impegno assunto dal governatore anche con il sindaco oplontino, Vincenzo Ascione, è giunto al termine del convegno “Un ponte tra Università e Lavoro”, promosso dall’associazione “ElaboriamoInsieme” svoltosi presso lo stabilimento balneare Lido Azzurro di viale Marconi. L’incontro rappresentava per i promotori «una occasione di confronto» col presidente della Regione «sul presente e sul futuro della formazione dei giovani della Campania». Ma De Luca è andato ben oltre. Un vero e proprio show il suo.Ricco di attacchi polemici e di giudizi al vetriolo contro il go-verno gialloverde targato Salvini Di Maio, il Comune di Napoli e il sindaco Luigi de Magistris. Il primo cittadino partenopeo, secondo De Luca, in merito alla querelle stipendi «non pagati dal suo Comune ai quattromila lavoratori dell’Anm (società di trasporti partecipata dall’ente di piazza Municipio e “soccorsa” infine dalla Regione) dovrebbe avere la decenza di osservare un penoso silenzio. Al Comune di Napoli regna il metodo del parassitismo furbesco». Stesso eloquente giudizio «sulla scandalosa situazione in cui versa il Teatro San Carlo. Per il quale la Regione ha stanziato 12 milioni di euro a fronte dei 600 mila promessi da De Magistris».A margine del convegno, De Luca ha commentato i recenti sviluppi del patto sulla crisi Fincantieri a Castellammare di Stabia. «Non sono aggiornato. Rischierei di dire sciocchezze» il suo esordio. «Ma credo si stia an-dando verso la soluzione da noi auspicata. Spero che l’amministratore delegato Giuseppe Bono che a breve dovrà presentare un piano industriale per il rilancio, ndr) mantenga l’impegno sugli investimenti decennali in città». Archiviate le questioni locali, il presidente della Campania ha demolito la classe politica oggi alla guida del Paese. «L’Italia è destinata al collasso. La colpa è in primis della Lega e dei Cinque Stelle» il sunto del De Luca pensiero. Il governatore definisce infatti il premier leghista Salvini come «un pastore del Gennargentu. Chissà quale giubbotto, di pelle di pecora o di leone, indosserà la prossima volta nello sbarcare a Napoli». Visita bis auspicata da De Luca, che in quella circostanza ricorderà al ministro degli Interni «che siamo stati noi, Regione Campania, a bloccare il suo federalismo differenziato. Un patto che avrebbe distrutto l’unità d’Italia e che, dal 15 febbraio, avrebbe trasferito sei miliardi di euro al Veneto grazie anche ai Cinque Stelle. I senatori di Grillo, ormai ridotto a un piccolo politicante, sembravano dormire in piedi. Li abbiamo svegliati».Qualora Salvini visitasse Napoli per la seconda volta e a stretto giro, il presidente della Campania gli urlerebbe contro: «Il tuo tentativo di furto con destrezza, a danno del Sud, te lo abbiamo fatto ingoiare». Per De Luca, in pratica, il binomio Lega-Cinque Stelle al governo è l’emblema di un populismo «dilagante. La classe dirigente del Paese è penosa, imbarazzante, demenziale». Una chiosa anche sul ministro e leader pentastellato, Luigi Di Maio. «Sto zitto» il commento del governatore. «Voglio essere caritatevole».
CRONACA
25 marzo 2019
Sarno, il sogno della bonifica De Luca: «Non arretreremo»